La padovana Ez Lab nella top 30 europea delle startup Finodex

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Ez Lab ha centrato nei giorni scorsi un altro importante traguardo: la startup padovana ha infatti superato anche la terza fase di selezione del bando europeo per l’accesso ai fondi stanziati da Finodex, acceleratore di imprese transnazionale lanciato dall’Ue e da un consorzio di imprese del settore informatico. Se il superamento della seconda fase era valso un finanziamento di 10mila euro, con il passaggio alla terza fase ha conquistato 40mila euro grazie al progetto AgriOpenData, innovazione al servizio della gestione delle aziende agricole, con significative applicazioni anche nel campo della sicurezza alimentare: una piattaforma che nasce dalla scommessa di tracciare, rendere accessibili e a portata di touch, tutte le informazioni relative ai prodotti agricoli, dal campo alla tavola, dall’uso o meno di fitofarmaci ai dati sulla produzione e la resa fino alle tecniche di coltivazione utilizzate.

Ai nastri di partenza c’erano oltre 600 startup, che hanno risposto all’appello di Finodex: ora sono rimaste “in corsa” soltanto in 30, fra cui 5 realtà italiane. Il “verdetto” finale arriverà il prossimo maggio, quando dalla rosa delle trenta realtà selezionate saranno individuate le 10 vincitrici, che riceveranno un ulteriore finanziamento di 50mila euro, raggiungendo così un premio complessivo di 100mila euro. Anche se non è ancora approdato sul mercato – la prima release è prevista per settembre 2016 – AgriOpen Data è già oggetto di grande attenzione da parte del mondo dell’agricoltura: nei giorni scorsi Ez Lab ha infatti raccolto l’interesse di alcuni consorzi agricoli e di un big player del settore informatico, mentre si appresta a stipulare una convenzione con il collegio dei periti agrari di Padova per consentire ai professionisti iscritti di “testare” gratuitamente lo strumento e fornire così preziose indicazioni per avvicinare il software alle reali esigenze di chi opera “sul campo”.

Se lo scorso novembre Ez Lab – fondata nel 2014 da Massimo Morbiato e ospitata dall’incubatore dell’Università di Padova Start Cube – aveva presentato AgriOpenData ad Amburgo in occasione della 3rd European Conference on the Future Internet, in vista della fase finale del bando farà tappa a Coimbra (Fl@Coimbra, febbraio 2016), a Pamplona (Compulsory event, marzo 2016) e a Bruxelles (Net Futures, aprile 2016) per presentare il progetto a nuovi possibili investitori.

Nelle scorse settimane per la startup padovana era arrivato anche un riconoscimento dal territorio: il 12 dicembre, nell’ambito della 64esima cerimonia del Lavoro e del progresso economico Camera di Commercio di Padova e Parco Scientifico e Tecnologico Galileo hanno assegnato a Ez Lab il premio speciale Concentrato di innovazione – categoria start up.

Il progetto: business intelligence per aziende agricole

Lo strumento, messo a punto da Ez Lab in collaborazione con il C.U.R.A., il Consorzio Universitario di Ricerca Applicata dell’ateneo patavino, si propone come piattaforma di businesses intelligence pensata per le aziende agricole: il sistema di software offre un cruscotto da cui è possibile accedere facilmente a un prezioso patrimonio di informazioni che vengono poi automaticamente visualizzate in report, indicatori, statistiche utili attraverso la rappresentazione semantica.

Il primo step è la mappatura puntuale e georeferenziata dei terreni agricoli: i dati inseriti dall’azienda – relativi ad esempio al tipo e alla quantità di fitofarmaci utilizzati, o ancora alle tecniche di coltivazione e alle quantità raccolte – vengono rielaborati in tempo reale. Non solo, il progetto si apre anche all’Internet of Things, una delle frontiere più promettenti dell’ITC: il software è infatti in grado di dialogare con droni abilitati a ispezionare dall’alto i raccolti e raccogliere altre preziose informazioni o con sonde disposte sul terreno. La piattaforma, realizzata rigorosamente in open data, è collegata poi con altri archivi digitali quali la banca dati sui fitofarmaci presente sul sito del Ministero.

Per l’azienda agricola il vantaggio è duplice: oltre ad assolvere in modo semplice all’obbligo di legge di compilare il registro dei trattamenti, il “cosiddetto” Diario di campagna, grazie a questo strumento dispone di una sorta di “cartella clinica” sempre aggiornata con la storia dettagliata di ogni lotto di terreno. Ecco che gli agronomi, gli enologi o i periti possono attingere ai dati per capire come intervenire per migliorare le produzioni. Non solo: ogni singolo prodotto raccolto è in questo modo tracciato e riconducibile a uno specifico lotto di terreno. È così possibile sapere se è stato sottoposto a trattamenti o meno, in che quantità, con che prodotti e in che periodo: una “diagnosi” che consente di ridurre al minino l’utilizzo di fitofarmarci e di avere una fotografia puntuale dello stato delle colture che può facilitare il ricorso a trattamenti biologici.L’azienda agricola può infine scegliere se e in che misura rendere pubblici i dati: già hanno dimostrato interesse al progetto alcuni consorzi per la tutela di prodotti DOP, che in questo modo potrebbero certificare o garantire con più facilità il rispetto dei protocolli previsti dalla legge per i prodotti certificati. Le aziende che vogliono dimostrare la loro assoluta trasparenza e la qualità dei loro prodotti possono poi decidere di rendere accessibili i dati anche al consumatore finale, che acquistando al supermercato una zucchina o una melanzana potrà così sapere in tempo reale (anche attraverso una app) la storia di quel prodotto.

La storia di Ez Lab

Massimo Morbiato

Massimo Morbiato

Ez Lab nasce nel 2014 da Massimo Morbiato, vulcanico imprenditore del settore informatico che ha alle spalle una solida esperienza: dopo essere entrato giovanissimo in IBM, nel 1994 ha iniziato un’attività come libero professionista per poi presentare, nel 1997, il secondo provider di Padova, quando ancora Internet stava muovendo i primissimi passi nel nostro Paese. Negli anni successivi ha fondato una società informatica tuttora attiva. La startup opera in stretta collaborazione con il Consorzio di ricerca applicata dell’ateneo.

Ti potrebbe interessare