Turismo veneto: il 91% di presenze è in mano alla "top 50"

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Più di 15 milioni di turisti concentrati in 50 località. È stato un 2015 record per il turismo veneto, lo si è più volte sottolineato, con 17 milioni presenze turistiche registrate nel corso dell’ultimo anno. A dare il contributo maggiore per ottenere questo primato sono stati però i soliti noti: Venezia, le località balneari, le Dolomiti le località termali, con il solo exploit degli ultimi anni registrato da Peschiera del Garda.

Alla fine dei conti il dato è abbastanza netto: il turismo veneto è trainato solo da 50 località. È quanto emerge dai dati della Regione Veneto elaborati in collaborazione con l’ufficio di statistica. Scorrendo la classifica di presenze turistiche nei vari comuni della regione, si scopre infatti che le prime 50 località detengono il 91% di presenze del turismo regionale. Le altre? Si dividono le briciole. Questa disomogeneità è sintomo di una regione che ha località particolarmente forti di turismo maturo, con i pro e contro di questa situazione.

Classifica_turismo_veneto

Fonte: Elaborazione Regione Veneto – Sezione sistema statistico regionale su dati Istat

Turismo veneto: 2015 da record, con pro e contro

Esperienza, fiducia nelle proprie capacità attrattive, congiunture internazionali favorevoli: tutto questo ha sicuramente aiutato a dare vita all’anno record del turismo veneto. Sono state 17 milioni le presenze turistiche nella regione, con un significativo aumento del 6,1% rispetto al 2014. Di questi, ammonta a 6 milioni il numero dei turisti italiani (tornati a crescere, dopo anni di calo di presenze) e a 11 milioni quello degli stranieri.

Turismo_Veneto

Fonte: Elaborazione Regione Veneto – Sezione sistema statistico regionale su dati Istat

Se da un lato la tradizione è un marchio che ha sempre il suo fascino, dall’altro il rischio per Venezia, Cavallino e Jesolo, destinazioni consolidate dal punto di vista turistico, è quello di adagiarsi sugli allori, con la possibilità di decrescere rapidamente nel lungo periodo se non vengono attivate forme innovative di promozione del territorio.

«Il fatto di avere molte località a turismo maturo – ha dichiarato Stefan Marchioro, del dipartimento del Turismo della regione Veneto – porta con sé complessità strutturali, sia positive che negative. Il rischio è quello della stagnazione dell’offerta turistica, e per questo stiamo favorendo incentivi per favorire nuovi prodotti innovativi, anche in ambito di turismo esperienziale».

Località balneari: rischio stagnazione

Cavallino sfida Rimini per il titolo di località regina dell’Adriatico. Obiettivo ambizioso, e lo diventa ancor di più analizzando l’andamento del turismo nei comprensori balneari veneti degli ultimi anni, che ha registrato una crescita (anzi, una decrescita) non paragonabile alle altre tipologie di località turistiche, come è possibile vedere nella tabella sottostante:

Classifica_veneto_turismo_2015

Fonte: Elaborazione Regione Veneto – Sezione sistema statistico regionale su dati Istat

Per quanto riguarda il comprensorio balneare, dal 2011 si registra un calo di presenze costante che nel 2015 ha toccato quota –0,2%, nonostante l’anno del record. Al primo posto le città d’arte (+4,4%), fiore all’occhiello del turismo veneto e mai in calo negli ultimi cinque anni, e le località del lago (+4,1%). In crescita anche la montagna (+2,3%) che però veniva da annate particolarmente negative. La necessità di superare il semplice dal binomio “ombrellone e sole” per raggiungere invece una maggiore differenziazione del prodotto turistico diventa una necessità.

Samuele Marchi

Foto: Di © Jorge Royan, CC BY-SA 3.0, via Wikipedia

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