Rifiuti e camorra a Marghera, Fanpage svela la donna della trattativa

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Il quarto video dell’inchiesta “Blood Money” del giornale online Fanpage svela il nome della presunta mediatrice che si sarebbe proposta si smaltire rifiuti della camorra in un sito di stoccaggio a Marghera: Maria Grazia Canuto. La nuova puntata era stata anticipata qualche giorno fa da un primo spezzone in cui si vedeva il “provocatore” di Fanage, l’ex boss Nunzio Perrella, parlare con una donna del possibile affare. Il tutto mostrato dalle immagini di una mini videocamera nascosta nel vestito di Perrella. Il video integrale, pubblicato il 27 febbraio 2018, svela l’identità della mediatrice: si tratta della trevigiana Canuto, che si presenta come architetta, lobbista ed esperta di smaltimento dei rifiuti con entrature al Ministero dell’Ambiente, oltre che insegnante all’università privata Ciels di Padova. «Possiamo pulire tutto – assicura Canuto nel video –, facciamo un po’ di lavatrice». Sul curriculum le sue dichiarazioni sono però dubbie: l’insegnamento è smentito categoricamente dal direttore del Ciels Simone Borile che la definisce «millantatrice di titoli» sul Mattino di Padova di oggi.

Incontrando a Treviso Perrella il 24 gennaio, Canuto gli prospetta la possibilità dell’affare: stoccare rifiuti in un terminal progettato a Marghera per lo stoccaggio di prodotti petroliferi Venice Europe Gate, un maxi progetto dal valore di 500 milioni presentato al Comune di Venezia da un imprenditore  che si dice estraneo alla vicenda. Così la donna dice nel video: «Per quanto riguarda i rifiuti abbiamo questa possibilità qua (…). Vedi quest’area di stoccaggio qui? Qui c’è la Veritas, quella dei rifiuti di Venezia, e qua ci potrebbe essere una bella realtà. Io qua ho il termina, ho le navi che mi attraccano». A Venezia? chiede Perrella. «Venezia» conferma Canuto. Che poi, rispondendo alla domanda dell’infiltrato di Fanpage sulle autorizzazioni, dice di poterlo far parlare con tutti, dal sindaco all’assessore comunale competente. A Perrella, la lobbista chiede 2,8 milioni di euro di acconto per far partire l’affare. «Ci serve un accontino di impegno, solo per bloccarlo – dice – perché purtroppo per fare gli affari un po’ di soldini ci vogliono. Ma noi abbiamo la fortuna che abbiamo delle buone alleanze politiche. Perché ti dico che bisogna correre, perché finché abbiamo questa politica entro un anno dobbiamo fare tutto, perché dopo non è facile governare una città come Venezia. Se ci capita un Cacciari non facciamo più niente, diventa un parco tecnologio di quelli virtuali, dove ci mettono piantine e serre per i fiori». Battuta cui segue una risata divertita. Di seguito il video integrale da Fanpage.

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