L'endocrinologo Carlo Foresta: «Pfas riducono la fertilità»

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L’inquinamento delle falde acquifere da parte delle sostanze Pfas nel Veneto occidentale continua a generare polemiche. Mentre le conseguenze sulle popolazioni della zona di Trissino, dove ha sede la fabbrica Miteni da cui ha avuto origine l’inquinamento, solleva proteste da parte dei dipendenti e della gente comune, il dibattito coinvolge anche la scienza. Ora è il professor Carlo Foresta, endocrinologo dell’Università di Padova, a rivelare i risultati di uno studio condotto dal suo gruppo di ricerca in collaborazione con il dottor Andrea Di Nisio, il professor Diego Guidolin del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova e il professor Nicola Pozzi della St. Louis University: gli Pfas possono ridurre la fertilità. La ricerca sarà presentata nel dettaglio giovedì 22 febbraio 2018 al 23esimo Convegno di medicina della riproduzione in programma ad Abano Terme, che si chiuderà sabato 24 febbraio.

«Negli animali da laboratorio esposti ai Pfas sia in fase embrionale che post-natale – si legge in una nota diffusa da Foresta –, lo sviluppo del sistema riproduttivo può subire modificazioni strutturali caratterizzate da un ridotto volume del testicolo e da una riduzione del numero di spermatozoi, con conseguente riduzione della fertilità».

Studiando i meccanismi che possono determinare una interferenza tra Pfas e controllo ormonale del sistema endocrino-riproduttivo nell’uomo, lo studio ha dimostrato per la prima volta che queste sostanze sono in grado di interferire significativamente con il legame tra il testosterone e il suo recettore, occupando lo stesso sito di legame riducendone l’attività di oltre la metà.

«Se si considera che la presenza dei Pfas è stata riscontrata nel cordone ombelicale e nella placenta di donne esposte – commenta Foresta –, si può ipotizzare una precoce interferenza dei Pfas sullo sviluppo gonadico e sulla documentata riduzione di sviluppo nell’altezza e nel peso dei figli nati da queste donne esposte. Questi risultati suggeriscono che i Pfas, fra le tante sostanze inquinanti ambientali, possono avere un ruolo nell’universalmente riconosciuto incremento delle patologie andrologiche, come infertilità, il criptorchidismo, i tumori del testicolo».

 

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