BpVi, 70mila euro per le carte delle indagini. Associazioni chiedono aiuto alla Regione

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La cifra non è di quelle da prendere sottogamba: 70mila euro, tanto costa avere copia degli atti d’indagine sulla gestione della Banca Popolare di Vicenza, inchiesta chiusa dalla Procura di Vicenza il 26 luglio 2017 dopo due anni di indagini preliminari. Atti di cui l’associazione Movimento difesa del cittadino, che assiste alcuni ex azionisti della banca in azioni legali per ottenere risarcimento dal danno causato dal crollo delle azioni, intende chiedere copia. Ma di fronte alla spesa che definisce proibitiva, l’associazione arriva a chiedere aiuto alla Regione Veneto, promettendo di rendere poi disponibile a chiunque la richieda la documentazione sulle indagini.

«Ci rivolgiamo al Governatore Zaia e all’Assessore Lanzarin – dice Matteo Moschini del Movimento difesa del cittadino – e chiediamo loro di rifondere l’ingente spesa che ci accingiamo a sostenere nell’esclusivo interesse dei risparmiatori traditi. Da parte nostra, ci impegniamo formalmente a mettere a disposizione di tutti i cittadini, non solo di coloro che si sono a noi rivolti e che rappresentiamo, la documentazione di cui andremo ad estrarre copia. Riteniamo infatti sia nostro preciso dovere informare la cittadinanza e rendere note a tutti le modalità con cui le due banche venete sono state condotte al dissesto».

Chiuse indagini su BpVi, i sette indagati

La documentazione è indispensabile ai fini della tutela dei cittadini truffati. Verbali degli interrogatori, estratti dai bilanci, ricostruzioni delle scelte dei consigli di amministrazione, intercettazioni. C’è da perdersi nel mezzo milione di pagine suddivise in un centinaio di faldoni che vanno a comporre l’indagine condotta dai pubblici ministeri Gianni Pipeschi e Luigi Salvatori.

Sette gli indagati – più la Banca Popolare di Vicenza oggi in liquidazione coatta amministrativa – a cui è stata notificata la conclusione delle indagini, che hanno portato nei loro confronti a ipotesi di reato per aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza. Si tratta dell’ex presidente Gianni Zonin, dell’ex consigliere Giuseppe Zigliotto, dell’ex direttore generale Samuele Sorato, dei già vice direttori Andrea Piazzetta e Paolo Marin, dell’ex dirigente Massimiliano Pellegrini. Mancano, nell’avviso di comunicazione di chiusura indagini, altre persone che erano risultate indagate e per le quali potrebbe prospettarsi una richiesta di archiviazione: Roberto Zuccato, Franco Miranda, Giovanna Dossena e Andrea Monorchio.

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