"La filosofia aiuta il manager": Patrick Errard porta Aristotele in azienda

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Management e coscienza, business e libero arbitrio, pubbliche relazioni ed etica, riunione di reparto e verità. Termini molto distanti tra loro e a volte perfino antitetici trovano posto uno accanto all’altro tra le pagine del saggio di Patrick Errard La filosofia aiuta il manager. Le idee dei grandi pensatori migliorano l’organizzazione e favoriscono il business (Tecniche Nuove 2016, prima edizione 2015).

Un libro che racconta storie di ordinaria amministrazione in cui i pensieri degli uomini che hanno fatto la storia della filosofia suggeriscono come muoversi tra colloqui di assunzione, decisioni strategiche, rapporti difficili tra colleghi. Non un manuale di filosofia né un compendio di tecniche manageriali, bensì una rielaborazione teorica di tutti gli aspetti della vita quotidiana di aziende, capi e dipendenti visti con gli occhi di Aristotele, Epicuro, Cartesio, Spinoza, Leibniz, Kant, Freud e tanti altri.

Secondo l’autore, un buon manager deve «presentarsi con un “saper essere” che inizia dal rivolgersi direttamente all’altro. […] Dirigere persone è per definizione un atto che si colloca nel campo del sociale. […] Ecco perché mi sembra essenziale che la persona che imbocca la strada del management, uomo o donna che sia, possa affrontare il proprio divenire con alcune semplici domande alle quali dovrà trovare da sé una risposta».

Il primo interrogativo riguarda la relazione con gli altri individui che vivono in azienda, con cui è essenziale stabilire empatia, a partire dall’affermazione di Montaigne «La parola è per metà di colui che parla, per metà di colui che ascolta». Un secondo aspetto da considerare per gestire al meglio un’organizzazione è il tempo. Sulla scorta degli antichi, che individuavano nel passato e nel futuro le origini di ogni angoscia per l’uomo, proponendo quindi la concentrazione sul presente come antidoto al dolore, il manager di successo non deve cedere né al rimpianto di ciò che è stato né all’ansia per ciò che sarà. Non bisogna dimenticare, infine, che a dover guidare un’impresa è sempre l’etica, che nella società moderna sta all’origine del concetto di norma e determina quindi la sanzione in caso di violazione della regola.

Patrick Errard, fra medicina e filosofia

Patrick Errard, CEO di Astellas Pharma France e presidente di Leem, società che raggruppa le imprese farmaceutiche francesi, in passato ha esercitato per quattro anni la professione di medico, e da questa esperienza ha tratto alcuni insegnamenti che gli sono tornati utili nella vita manageriale, come imparare a gestire dominanza, fiducia e fallimento: «La medicina senza il rapporto con l’altro sarebbe di certo profondamente noiosa. […] Tale condizione, in cui il terapeuta si trova permanentemente immerso nel suo rapporto con il paziente, è dunque portatrice di una specie di senso di potenza che in certi casi può condurlo a una relazione dominante, ossia arrogante, nei rapporti personali con chi gli si affida. Per lo stesso motivo, il fallimento in medicina è particolarmente violento. Riporta bruscamente il medico alla constatazione di un’impotenza che, nel modo più crudele, si esprime con la morte».

Affidarsi al libero arbitrio e all’educazione, avere il coraggio di gestire il rischio, obbedire alla gerarchia, ascoltare, fare appello alla verità, al valore del lavoro e, perché no, all’amore: ciascuno di questi concetti trova posto nella dettagliata riflessione di Errard. Pagine rivolte «in primo luogo a chi non ha (o non ha ancora abbastanza) esperienza di management nell’impresa», ma che può essere gustato anche dai non addetti ai lavori curiosi di capire come funzionano le cose in azienda (e nella vita).

Ci si renderà conto alla fine che tutto è già stato scritto, basta solo saperlo reinterpretare: «Epicuro individua quattro rimedi per i mali che derivano direttamente dalla limitatezza: “Non bisogna temere gli dèi, la morte non è nulla per noi, il bene è facile a procurarsi, il male è facile da sopportare”. È ciò che definisce “medicina dell’anima”. Nel linguaggio manageriale, potremmo tradurre così: “Non bisogna temere il potere, non bisogna aver paura di cambiare, il successo è facile da ottenere e il fallimento facile da sopportare”».

Rebecca Travaglini

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