Piano Banco Popolare-Bpm: 1800 esuberi, 460 mln di risparmi

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Il piano industriale congiunto Banco Popolare-Bpm prevede 1800 esuberi – da assorbire con l’attivazione di fondi di solidarietà per 140 milioni –, 385 filiali da tagliare, 480 milioni di costi di integrazione fra le due banche da sostenere entro il 2018, a fronte di 460 milioni di risparmi a regime (320 milioni da sinergie di costo, grazie all’eliminazione dei doppioni, e 138 milioni da maggiori ricavi). Il piano strategico 2016-2019 Banco Popolare-Bpm, presentato oggi 16 maggio 2016 a Milano, delinea i tratti della nuova banca che nascerà dalla fusione Banco Popolare-Bmp, decisa lo scorso marzo, che farà nascere il terzo gruppo bancario in Italia per dimensioni. L’obiettivo dichiarato è di raggiungere un utile netto di 1,1 miliardi nel 2019 e dividendi pari al 40% dei ricavi netti.

 

Oggi fra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano il numero di filiali ammonta a 2.467, di cui 1.813 appartengono alla banca con sede a Verona e 654 alla popolare lombarda (vedi mappa a sinistra). L’obiettivo presentato nel nuovo piano è di dimagrire di  in tre anni, nel 2019, di 385 filiali arrivando a un «network ottimizzato di 2.082 filiali nel 2019, con una minore capillarità territoriale ed una migliore customer experience», con un taglio che si affiancherà allo sviluppo di altri cenali «inclusi specialisti, financial advisors e un canale completamente digitale». Filiali che chiudono e quindi riqualificazione e formazione per circa 800 dipendenti che verranno ricollocati a nuovi ruoli professionali.

Risparmi per 320 milioni l’anno

Il taglio degli sportelli porterà, secondo il piano di Banco Popolare e Bpm, a risparmi per 25 milioni di euro di costi diretti. Le sinergie di costo complessive arriveranno a 320 milioni di euro, che si concretizzeranno per il 40% nel 2017, per l’80% nel 2018 e al 100% nel 2019. Il grosso del risparmio arriverà secondo le previsioni dalla riduzione del personale: 140 milioni di spese tagliate, con 1.800 dipendenti in esubero, da far uscire con l’attivazione di fondi di solidarietà. Altri 110 milioni di euro derivano da risparmi sui costi operativi, come la «razionalizzazione delle duplicazioni di spesa».

I maggiori ricavi dovuti alle sinergie fra le due banche sono stimati in 138 milioni di euro (il 40% nel 2017, 70% nel 2018 e 100% nel 2019), di cui 105 milioni nel ramo corporate sfruttando le «aree di eccellenza» come Banca Aletti (gruppo Banco Popolare) e Banca Akros (gruppo Bpm), 43 milioni di euro da sinergie di ricavo nel retail allineando i livelli di produttività, mentre 10 milioni di minori ricavi sono stimati da potenziali sovrapposizioni della base clienti nelle filiali. I costi di integrazione sono stimati in 480 milioni, circa il 150% delle sinergie di costo, e si prevede che siano pienamente sostenuti entro il 2018.

 

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