I veronesi e la crisi economica: sempre più prestiti personali

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Come stanno le famiglie veronesi? Venerdì 11 marzo nella sede della Camera di Commercio di Verona sono stati presentati i dati di Facciamo i conti!, l’iniziativa che studia la situazione economica del territorio. Cauto ottimismo, nonostante incertezza, riduzione delle spese e ricorso al credito. Se non in miglioramento, la situazione pare per lo meno stabile.

Tra i veronesi è diminuito nel 2015 il numero di chi sente la situazione economica aggravarsi (33% degli intervistati, nel 2014 erano il 43% e nel 2012 il 59%), ed è aumentato sensibilmente quello di chi avverte una situazione di stabilità, passando dal 37% al 42%. I dati si riferiscono all’indagine del progetto Facciamo i conti!, realizzata nel 2015 su un campione di 600 persone della provincia di Verona (310 uomini e 290 donne).

Facciamo i conti! è un’iniziativa d’informazione a favore dei cittadini e delle famiglie in tema di accesso al credito, prevenzione del sovraindebitamento e uso responsabile del denaro. L’edizione 2016 è stata presentata oggi venerdì 11 marzo nella sede della Camera di Commercio di Verona. Erano presenti i rappresentanti di tutti gli enti coinvolti nel progetto: Andrea Prando, vice presidente della Camera di Commercio di Verona, Emanuele Caobelli, consigliere camerale in rappresentanza delle associazioni di consumatori e presidente Lega consumatori di Verona, Silvia Caucchioli, Adiconsum Verona, Luigi Sperani, presidente Adoc Verona, Renzo Giacomelli, presidente della Fondazione antiusura Beato Tovini, Marina Cesari, Ordine dei Commercialisti e degli esperti contabili di Verona.

Sportello debiti: il 40% sono imprenditori

Da destra a sinistra: Giacomelli, Caobelli, Prando, Caucchioli, Cesari

Da destra: Giacomelli, Caobelli, Prando, Caucchioli, Cesari

«Ci sono segnali di ripresa – ha affermato Andrea Prando – ma sono ancora numerose le categorie in difficoltà. Maggior fiducia indica una ripresa dei consumi. Ma è fondamentale imparare ad avere un rapporto maturo e consapevole con il denaro».

Anche Emanuele Caobelli individua qualche segnale di miglioramento: «È importante  fare informazione, consulenza e assistenza prima che la situazione diventi difficile da risolvere»; e Silvia Caucchioli ha spiegato che «il progetto è nato cinque anni fa per l’aumento dei casi di sovraindebitamento che arrivavano ai nostri sportelli».

«L’impegno della Fondazione Tovini – ha evidenziato Renzo Giacomelli – è cercare di portare sollievo effettivo e reale. Il nostro è essenzialmente un servizio fatto di rapporti umani molto delicati e difficili».

Infine Marina Cesari ha aggiunto che «come Ordine dei Commercialisti abbiamo aperto nel 2012 uno sportello per la Legge 3/2012 che consente ai singoli cittadini o alle imprese dette “sotto soglia” di ridurre o cancellare i debiti contratti con Fisco e creditori con specifiche procedure. Nel 2014 le persone che si sono rivolte al nostro sportello erano per il 40% imprenditori e per il 60% privati».

Sempre più prestiti personali

In tema di tagli, oltre la metà degli intervistati nel 2015 dichiara di avere ridotto le spese negli ultimi 12 mesi, mentre il 28% dichiara di non avere modificato le proprie abitudini. Rispetto al 2014 la situazione è in assestamento.

Il 36%  degli intervistati dichiara di avere fatto ricorso al credito (nel 2014 era il 25%), principalmente per l’acquisto di auto (28%), elettrodomestici (15%), mobili (17%), strumenti tecnologici. La forma di credito più diffusa è quella del prestito personale (39%), seguita dal prestito finalizzato (38%), carte revolving (4%). Il canale preferenziale per accedere al credito rimane la banca  (68% contro il 75% del 2014), seguito dalle società finanziarie (21% contro il 19% del 2014).

Un dato interessante è che nord Est d’Italia e Trentino Alto Adige sono meno esposti al fenomeno dell’usura, con un indice di 52 punti percentuali in meno della media nazionale per il Trentino Alto Adige,  72 punti per Friuli Venezia Giulia, 73 punti per  il Veneto.

Uno dei segnali di affanno dei cittadini è che nel 2015 il 28,1% degli italiani ha fatto ricorso a un “compro oro”, con un’impennata dell’8,5% rispetto all’anno precedente. Molto diffuso è anche il pagamento rateizzato, principalmente per acquistare elettrodomestici (49,9%) e automobili (46,4%), ma anche computer e telefonini (37,6%, in aumento rispetto al 25,6% dello scorso anno), arredamento o servizi per la casa (27,6%), e per le cure mediche (24,4%).

Prestiti da privati: rischio usura

Il numero di cittadini che, non potendo accedere a prestiti bancari, hanno richiesto denaro a privati è più che raddoppiato, passando dal 6,3% al 14,4. Il fenomeno è più frequente al Sud: 19,8%, contro il 16,2% delle isole, il 12% del Nord e il 15% del Centro Italia. Si tratta di un segnale d’allarme poiché in questa categoria si nascondono i casi di vera e propria usura.

All’incontro di Verona si è poi parlato di sovraindebitamento, che può avere tre possibili cause: la tendenza al sovraconsumo, i circoli viziosi del gioco, la corsa nei consumi derivante dall’aumento delle diseguaglianze e dalla crescita dell’invidia.

In Italia il gioco d’azzardo è passato da essere un divieto assoluto a divenire una delle principali cause di indebitamento di famiglie e imprese. Questo favorisce l’usura e gli interessi della criminalità organizzata. Ogni cittadino italiano incontra più volte nell’arco della giornata un macchinario da gioco. In Veneto e Trentino Alto Adige ci sono 23,57 punti di accesso al gioco ogni 10.000 abitanti. La differenza tra registrato e “nero” nelle slot machine a Verona è del 3,74% a Roma il 49,98% a Napoli 194,75%.

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