Veneto Banca: sbarco in Borsa entro l'anno

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Veneto Banca rompe gli indugi e vara le operazioni per la quotazione in Borsa, da concludere entro il 2015, per poi aprire ad un aumento di capitale nei primi mesi del 2016. Lo ha deciso ieri il Consiglio di amministrazione del gruppo bancario di Montebelluna presieduto da Francesco Favrotto.

In Borsa per consentire la liquidabilità delle azioni

Non cambiano i piani già avviati per la trasformazione in Spa, mossa obbligata dal nuovo regime legislativo per le banche popolari più grandi, né viene meno l’intenzione di procedere ad integrazioni con un altro istituo bancario (ancora da decidere). La novità però è che in parallelo è stato avviato «un piano di lavoro finalizzato a una eventuale quotazione delle azioni della banca sul Mercato Telematico Azionario da concludersi, possibilmente, entro il corrente esercizio – si legge nella nota diramata oggi dall’istituto – La quotazione in Borsa consentirebbe ai soci di negoziare le azioni Veneto Banca sul mercato assicurandone la liquidabilità».

Insomma l’arrivo a Piazza Affari permetterebbe ai soci che volessero farlo di negoziare la vendita dei propri pacchetti azionari, che oggi risultano “congelati” proprio per la fase di transizione in vista della trasformazione in Spa, dopo il taglio del valore delle azioni deciso in aprile. Ieri è stato fatto un nuovo passo avanti in questa direzione con la decisione di avviare il «procedimento di approvazione della proposta di modifica da apportare obbligatoriamente allo Statuto della Banca in conformità a quanto previsto dalla normativa vigente».

La decisione di Veneto Banca segue di pochi giorni l’analogo annuncio della Banca Popolare di Vicenza, che il 7 luglio ha deciso lo sbarco sul mercato azionario e ieri ha scelto i componenti del consorzio di coordinamento che sarà guidato da Mediobanca.

Aumento di capitale nel 2016

L’altra novità decisa ieri è la decisione del Cda di chiedere ai soci la delega per lanciare e gestire un’operazione di aumento di capitale, da realizzarsi «entro i primi mesi del 2016 e comunque successivamente all’avvenuta quotazione in Borsa, per un ammontare che – alla luce delle valutazioni della BCE sul Capital Plan – sia in grado di assicurare anche prospetticamente un adeguato buffer dei requisiti patrimoniali previsti» si legge ancora nella nota.

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