Agricoltori, il Veneto a Bruxelles per l'assemblea straordinaria: «Rivedere la Pac»

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Continua la protesta degli agricoltori veneti. Dopo l’ultimo confronto a Padova durante l’assemblea regionale sulle tematiche salite alla ribalta nelle scorse settimane, Confagricoltura Veneto, con la presenza di oltre 700 associati da tutte le province, è volata a Bruxelles per l’assemblea straordinaria della confederazione agricola, aperta dal presidente nazionale Massimiliano Giustiniani

Erano presenti il presidente regionale Lodovico Giustiniani, il presidente dei Giovani Francesco Longhi e i presidenti provinciali Anna Trettenero (Vicenza), Lauro Ballani (Rovigo), Michele Barbetta (Padova), Alberto de Togni (Verona), Giangiacomo Gallarati Bonaldi Scotti (Treviso) e Diego Donazzolo (Venezia). Confagricoltura ha consegnato al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e alle istituzioni europee un documento programmatico che raccoglie le istanze della confederazione agricola, a tutela della produttività e della competitività delle imprese. 

La richiesta degli agricoltori: “Coesistenza tra sostenibilità ambientale ed economica”

La nuova Pac, entrata in vigore da un anno, è partita subito con il piede sbagliato, ha eliminato il sostegno diretto alle produzioni  – hanno sottolineato gli esponenti -. In questo modo si è persa la capacità di sostenere colture strategiche in linea con le esigenze del mercato e la riforma si è rivelata sempre più inadeguata ad affrontare le sfide contingenti. Il Green Deal, il piano verde europeo, presenta proposte che non garantiscono la coesistenza tra sostenibilità ambientale ed economica. Tutto questo mentre i prezzi pagati ai produttori diminuiscono mentre i costi di produzione divengono sempre più pressanti. La ricerca e l’innovazione risultano sempre più importanti per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici, ma non vengono sufficientemente incentivate a livello normativo. Perciò chiediamo di rivedere la Pac e avviare il dialogo per un modello efficiente di agricoltura, con l’intento di tutelare maggiormente la produttività e la competitività delle imprese del settore, semplificare le procedure amministrative, garantire reciprocità negli scambi internazionali. L’attuale Politica agricola comune ha comportato un aumento spropositato degli impegni per la tutela ambientale e degli adempimenti burocratici che gravano sulle imprese, frenandone la produttività”.

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