Imprese: l'allarme della Cgia di Mestre: «Ormai è credit crunch»

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Aumento dei tassi di interesse, calo del volume di credito e ridotta liquidità a disposizione delle banche: è SOS per il Centro Studi CGIA di Mestre che presenta i dati relativi al credito delle imprese nell’ultimo anno. Questo ha subito una contrazione pari a 55,8 miliardi di euro. La riduzione alle realtà imprenditoriali con meno di 20 addetti – che in Italia rappresentano il 98%-  è stata dell’8,7 % mentre quelle di dimensione superiore hanno subito un “taglio” del 7,5%. Tra le aziende con meno di 20 addetti, nell’ultimo anno, la riduzione del credito è stata pari a 10,6 miliardi di euro. Attualmente, l’ammontare complessivo dei prestiti bancari erogati alle piccolissime imprese è di 111 miliardi di euro.

La contrazione regionale più importante ha riguardato le realtà delle Marche (-11,1% pari a un valore assoluto di -421 milioni di euro). Seguono quelle del Veneto (-10,2% pari a -1,3 miliardi di euro), del Friuli Venezia Giulia (-10,1% che corrisponde a -265 milioni di euro) e della Lombardia (-10,1 % pari a -2,3 miliardi di euro). Le regioni che hanno subito una contrazione minore sono la Sardegna (-6,7% pari a -178 milioni di euro), il Trentino Alto Adige (-6,4% pari a -515 milioni di euro) e il Lazio (-6,3% pari a – 481 milioni di euro).

Come spiega il CGIA, senza liquidità una impresa soprattutto piccola, non può fare investimenti ed è spesso costretta a ritardare i pagamenti ai fornitori oppure a non versare con regolarità gli stipendi ai propri dipendenti. “Per evitare che tutto questo provochi una chiusura definitiva dell’attività o che i titolari scivolino nella rete tesa dalle organizzazioni criminali” spiega in una nota scritta l’Ufficio Studi “è necessario che il Governo intervenga subito, rifinanziando il Fondo di Garanzia per le Pmi che era stato potenziato nel periodo del Covid e che ammontava a 256,8 miliardi di euro di prestiti. Grazie a questo strumento rivisitato, molti istituti di credito si troverebbero nelle condizioni di prestare i soldi senza correre alcun rischio di veder aumentare a dismisura le insolvenze”.

A livello provinciale, infine, le piccole realtà imprenditoriali più interessate dalla stretta creditizia sono state quelle di Bergamo, di Varese, di La Spezia, di Lecco, di Ancona, di Isernia e di Pesaro-Urbino . Tra quelle che invece hanno subito le flessioni più contenute registriamo le piccole aziende ubicate nella provincia di Sud Sardegna, a Bolzano e, infine, di Grosseto.

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