Superbonus, De Col (Cna Veneto): «Lo strumento ha trainato il paese, ma va rivisto»

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Tempo di bilanci per il Cna Veneto che con la chiusura del Superbonus cerca di tirare le somme sull’andamento del comparto edile.

Secondo i dati Cna che rappresenta piccole e micro imprese, la misura fiscale del Superbonus ha attivato 600mila posti di lavoro nel comparto edile ed ogni euro di spesa ha fruttato 2 euro di investimenti. A questo si aggiunge che l’efficientamento derivato dagli interventi resi possibili dal Superbonus ha consentito di risparmiare a livello nazionale 1,1 miliardi di metri cubi di gas e di abbattere 1,4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. Questo strumento ha consentito al comparto edile di trainare il Pil e di portare l’economia del Paese fuori dalle secche causate dalla pandemia.

Chiudere il Superbonus e disincagliare i crediti studiando nuove politiche di incentivi per il comparto edile. Queste le due azioni che Cna Veneto ritiene prioritarie.”È giunto il momento di chiudere la partita del Superbonus” commenta Moreno De Col Presidente Cna Veneto, ” e può avvenire solo se solo se verranno disincagliati i crediti bloccati ormai da troppi mesi e se verrà dato il giusto tempo per completare gli interventi in corso. Questo strumento fiscale, nonostante tutte le criticità che ha generato, dal punto di vista dell’economia reale è stato occasione di forte crescita per il comparto edile e per l’economia del territorio.»

Secondo il Cna Veneto il patrimonio edilizio pubblico e privato italiano ha bisogno di proseguire il percorso di efficientamento avviato in questi due anni di Superbonus: con il 70% di edifici vetusti, più della metà del patrimonio edilizio necessita di interventi di riqualificazione energetica e sismica.

“È chiaro che la formula va rivista profondamente” prosegue il Presidente De Col, “ma è indubbio che,
come incentivo per l’economia, il Superbonus sia stato importante.  Per il prossimo anno non ci sono grandi commesse all’orizzonte e le imprese sono ferme al palo. Solo lavori a breve termine, mentre sul medio e lungo periodo non sembrano esserci
prospettive. Questo è il momento di studiare nuove strategie e nuove politiche di incentivi per mantenere l’impulso di crescita, evitare lo stallo e la perdita delle centinaia di migliaia di posti di lavoro che il Superbonus ha contribuito a generare. A maggior ragione se si guarda alle direttive europee sulla riduzione delle emissioni che pongono traguardi vicini, come il 2035 e il 2050,  direttive che non possiamo ignorare.»

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