Riciclaggio: record di segnalazioni, Veneto all'ottavo posto in Italia

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Record storico di segnalazioni con oltre 155 mila operazioni sospette in Italia nel 2022, il Veneto rientra nelle prime 10 regioni con più segnalazioni di riciclaggio.

La regione, infatti, si piazza all’ottavo posto per numero di segnalazioni superando la media nazionale, se ne contano in media 235,9 per ogni 100 mila abitanti. Dal 2021 le segnalazioni di riciclaggio ed operazioni sospette pervenute all’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) della Banca d’Italia, sono aumentate di +1.184 passando da 10.253 a 11.437, con una variazione in termini percentuali di +11,5%. Questi i dati presentati nell’ultimo report dell’ufficio studi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre (Cgia), che lancia l’allarme: il pericolo che la criminalità economica stia incuneandosi nel mondo produttivo delle piccole e medie imprese è sempre più elevato. Se la combinazione tra l’aumento dei tassi di interesse e la diminuzione dei prestiti bancari alle Pmi verificatosi in questo ultimo anno dovesse continuare, non è da escludere che il numero delle imprese a rischio infiltrazione mafiosa sia destinato a crescere ulteriormente, segnala l’Associazione.

In Veneto a spiccare su tutte le altre città c’è Venezia, sede del Casinò municipale, che è passata da 1.715 segnalazioni del 2021 alle 2.202 del 2022. Assistendo ad un aumento di +487 segnalazioni (+28,4%), con 263 segnalazioni ogni 100 mila abitanti, poco al di sotto della media nazionale. Resta comunque al 16esimo posto in Italia. A svettare in classifica delle realtà che nel 2022 hanno fatto pervenire il più alto numero di segnalazioni ci sono a livello regionale il Lazio (con 336,9 segnalazioni ogni 100mia abitanti), la Campania (con 325,5) e la Lombardia (con 278,1). Su base provinciale, invece, le situazioni più a rischio si sono verificate a Milano (472,9 segnalazioni ogni 100mila abitanti), Roma (404,8), Prato (388,2), Napoli (386,9), Crotone (371,7), Siena (366), Imperia (335,5), Trieste (328,6), Caserta (303,4) e Bolzano (298,7). Sono 24 le aziende venete confiscate in via definitiva alla criminalità.

Tra le principali forme tecniche delle operazioni segnalate alla Uif spiccano le transazioni con bonifici nazionali a quota 31,3% del totale, con carte di pagamento e moneta elettronica con 28,5% e con i money transfer per il 21,3%. Le operazioni segnalate a seguito di una transazione sospetta eseguita con denaro contante sono state solo il 5% del totale. Secondo una stima prudenziale redatta della Banca d’Italia, il giro d’affari della criminalità organizzata in Italia ammonterebbe a circa 40 miliardi di euro l’anno. Negli ultimi 10 anni, le segnalazioni alla Uif sono aumentate di oltre il 130%. Questa esplosione delle comunicazioni indica che i gruppi criminali sentono sempre più la necessità di reinvestire i proventi delle loro attività nell’economia legale, anche per consolidare il proprio consenso sociale. E a seguito della crisi pandemica, le mafie hanno modificato il modo di approcciarsi al mondo delle imprese. Sono meno propense a usare metodi violenti, privilegiando un approccio più “commerciale”, attraverso il finanziamento e/o l’acquisizione della proprietà.

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