Mercato del lavoro veneto in crescita, Venezia e Belluno con il maggior tasso di occupazione

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Nei primi sette mesi del 2023 il bilancio del mercato del lavoro veneto è positivo, registrando una crescita di 85.400 posti di lavoro dipendente.

Nonostante alcuni segnali di rallentamento registrati a partire dal mese di maggio, a luglio la stagionalità turistica estiva e la diminuzione delle cessazioni hanno determinato un saldo mensile positivo per +2.700 posizioni di lavoro.

Il volume complessivo delle assunzioni effettuate da inizio anno è al di sopra dei livelli registrati nel 2019 ed in crescita del +1% rispetto al 2022. A crescere sono sia le posizioni di lavoro a tempo indeterminato, pari a +26.600 da inizio anno e +2.200 a luglio, sia quelle a tempo determinato, rispettivamente +56.500 e +100 a luglio. Il rafforzamento del bilancio occupazionale complessivo è trainato dalla crescita delle posizioni di lavoro in essere per le donne, i lavoratori stranieri, i giovani under 30 e gli over 55. L’incremento delle assunzioni interessa soprattutto gli uomini e, ancora, gli stranieri.

Il bilancio del mercato del lavoro per i primi sette mesi dell’anno è positivo e migliore di quello del 2022 in quasi tutte le province del Veneto, con l’unica eccezione di Rovigo dove si registra un leggero calo. Venezia e Verona si contraddistinguono sia per i maggiori incrementi occupazionali, sia per il rafforzamento della domanda di lavoro. Nel mese di luglio, il saldo delle occupazioni si conferma positivo soprattutto nelle province di Venezia con +2.400 e Belluno con +1.300 occupati.

Dal punto di vista settoriale, i dati mostrano un bilancio positivo ed in crescita rispetto al biennio precedente per agricoltura e pesca con +8.700 posizioni di lavoro e un aumento delle assunzioni del +2%. Gli ingressi in condizione di disoccupazione nei primi sette mesi del 2023 sono stati complessivamente 73.900, in calo del -4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La riduzione osservata risulta essere particolarmente marcata nel caso degli inoccupati (-11%), ovvero delle persone alla ricerca del primo impiego, mentre è più contenuta per i disoccupati veri e propri (-3%), che rappresentano la principale componente dei disponibili iscritti ai Centri per l’impiego della regione.

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