Olimpiadi Milano-Cortina 2026, ritardi nelle opere. Spunta il piano B di Torino

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Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina, più Torino. L’evento sportivo per eccellenza che il nostro paese si prepara ad ospitare nel 2026 si è trovato improvvisamente incastrato in una gara tutta organizzativa. Sono i ritardi nelle infrastrutture destinati ad ospitare le prove olimpiche a preoccupare, opere che in alcuni casi sono state contrattualizzate in ritardo e hanno una data di consegna prevista per il 2027. Scadenze a dir poco fuori fuoco, per un evento che dovrebbe suonare la fanfara dell’inaugurazione nel 2026, per l’appunto.

E allora che entri il “Piano B” di Torino, che a questo punto potrebbe trovarsi ad ospitare le gare originariamente previste per altri siti. In particolare è il pattinaggio veloce ad essere a rischio di trasferimento da Baselga di Piné (Trento) al capoluogo piemontese.

È lo stesso Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini a comunicare la necessità di un piano di riserva, in un’intervista con il Sole 24 Ore: «C’è già un’infrastruttura pronta a Torino, non vedo perché non usare quella, invece di sprecare 100 milioni a Baselga. Dovremmo anche pensare al dopo evento, come è stato per l’Expo, dove oggi vedo un quartiere che attira cervelli, per la prima volta in Italia, e non un’area desolata o un parcheggio.»

Da registrare c’è anche un problema di ricerca di sponsor, ma su questo fronte si sta cercando di recuperare terreno. Salvini infatti fa sapere di essere fiducioso sulla possibilità di trovare una soluzione e di averne discusso con Andrea Varnier, nuovo amministratore delegato della Fondazione.

Per quanto riguarda le varianti di Cortina e Longarone, ancora ferme alla Conferenza dei servizi, Salvini afferma che ci si sta lavorando e che la maggior parte delle opere dovrebbero essere realizzate. Il conto alla rovescia verso le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 prosegue, solo con una maggiore frenesia.

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