Padova-Treviso, effetto energia e chip, frena la produzione: +1,8%

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Crisi energetica, carenza di chip, guerra, inflazione: sono tanti gli ostacoli sulla via della meccanica. Il comparto reagisce e riposiziona le filiere ma l’impatto si dispiega con maggior forza. Nel terzo trimestre 2022 la produzione metalmeccanica di Padova e Treviso segna un +1,8% rispetto allo stesso periodo del 2021, secondo la rilevazione congiunturale di Assindustria Venetocentro, a segnalare un rallentamento della crescita, più che dimezzata rispetto al secondo trimestre (+4,5%) e alla velocità delle rilevazioni precedenti. Un risultato ancora sostenuto dal fatturato estero (+4,1%), in particolare verso i Paesi Ue (+4,3), mentre è più brusca la frenata della domanda interna (+3,9% dal +7,4). L’acquisizione degli ordini fra luglio-settembre mantiene una tendenza positiva (+5,7%), ma a intensità ridotta rispetto alla prima parte dell’anno (+21,7% nel primo trimestre). La resilienza della meccanica si traduce anche nella tenuta dell’occupazione (+1%). L’impatto dei rincari di materie prime ed energia sui costi di produzione (+40% tra agosto 2021 e agosto 2022) erode pesantemente i margini. Il protrarsi dei fattori che frenano l’attività, inaspriti dal conflitto, e il rialzo dei tassi misurano i rischi al ribasso. Fiducia e attese sui livelli di produzione e ordini e condizioni di investimento sono in deterioramento. L’incertezza pesa sulle prospettive per il quarto trimestre e l’abbrivio al 2023.

 

È un quadro a tinte contrastanti, tra crescita sopra le attese nella prima metà dell’anno – malgrado tutte le variabili negative emerse – e aggravamento della congiuntura, quello nel quale si tiene l’Assemblea 2022 del Gruppo Metalmeccanico di Assindustria Venetocentro, primo comparto con circa 1.100 imprese associate (61.000 addetti), in programma martedì 8 novembre, alle ore 17.00 a Le Village by CA Triveneto a Padova (Via E. P. Masini, 4 – Centro Direzionale La Cittadella).

Il programma prevede gli interventi di Filippo Pancolini Presidente del Gruppo Metalmeccanico di Assindustria Venetocentro, del Direttore Generale di Federmeccanica Stefano Franchi, di Daniele Marini Università di Padova e Community Research&Analisys (Di-visioni: le diverse visioni del lavoro). Proprio le conseguenze della crisi energetica e dell’impennata dei costi sulla crescita, le proposte delle aziende per il sostegno e lo sviluppo, saranno i temi al centro dell’Assemblea. Insieme alla situazione del mercato del lavoro, attraversato oggi da fratture di carattere strutturale (demografia, mismatch domanda e offerta), ma anche da modi nuovi e diversi di intendere il lavoro.

«La resilienza mostrata dalle nostre aziende in questi difficili mesi, la forza nell’innovare e quella di essere presenti in tutto il mondo, con il record di esportazioni nei primi sei mesi (7 miliardi, +14,3%), certifica il valore del nostro comparto produttivo, capace di reagire alla terribile congiuntura di crisi energetica, impennata dei prezzi e scarsa reperibilità dei materiali – commenta Filippo Pancolini, Presidente del Gruppo Metalmeccanico e Vicepresidente di Assindustria Venetocentro. Non possiamo però ignorare l’aumento vertiginoso dei costi di produzione e l’allarmante erosione della marginalità che mette a rischio la tenuta delle imprese. In questo contesto, servono scelte forti, nazionali ed europee, di contrasto all’aumento dei prezzi, di tutela di famiglie e imprese insieme a politiche strutturali sul fronte energetico e relazioni con altri Paesi fornitori di materie prime per renderci meno dipendenti, all’interno di una politica industriale organica che acceleri e semplifichi le procedure e possa ridare respiro alla competitività delle imprese. L’altra priorità è un taglio forte e deciso del cuneo fiscale e contributivo, l’unico fattore su cui possiamo agire subito per combattere l’inflazione, che avrebbe l’effetto sia di aumentare il netto in busta paga dei lavoratori restituendo potere di acquisto sia di favorire la competitività delle imprese».

METALMECCANICA: A PADOVA TREVISO IL 41,5% DEL COMPARTO VENETO E IL RECORD DI EXPORT NEI PRIMI SEI MESI. L’industria metalmeccanica, con oltre 100mila imprese, è il più importante settore produttivo in Italia e il secondo in Europa dopo la Germania, rappresenta l’8% del Pil nazionale, il 50% delle esportazioni e oltre 1,6 milioni di addetti. Con circa 125 miliardi contribuisce per il 50% al valore aggiunto manifatturiero.

Tra Treviso e Padova opera un distretto metalmeccanico aggregato con 9.886 imprese (41,5% del comparto in Veneto) e circa 102.000 addetti (40,4% del totale). Un volume di esportazioni di oltre 12,3 miliardi di euro nel 2021, il 40,3% dell’export metalmeccanico del Veneto, con un incremento del 86% nel periodo 2009-2021. E il nuovo record di export messo a segno nei primi sei mesi del 2022, pari a 7 miliardi (+14,3% rispetto al 2021). Uno dei primi poli meccanici e meccatronici in Italia, cuore del nuovo “triangolo industriale”, impegnato nella trasformazione digitale e 4.0.

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