Pallet in plastica riciclata, un'azienda di Vigonovo li rende tracciabili via blockchain

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L’azienda Relicyc di Vigonovo, in provincia di Venezia, è la prima a realizzare pallet di plastica interamente riciclata la cui provenienza è tracciata tramite tecnologia blockchain. I pallet, conosciuti anche come bancali o palette di carico, sono prodotti utilizzando principalmente cassette dell’ortofrutta che, dopo essere state raccolte e macinate, vengono trasformate in prodotto finito. Inquadrando il QR code presente sul pallet è possibile navigare su una pagina web e conoscere l’intera storia della plastica riciclata, da rifiuto a nuovo prodotto.

Nella scheda del pallet sono riportati, tra gli altri, il codice di verifica, la data di registrazione, la percentuale di plastica riciclata utilizzata, la conformità con le normative, la dichiarazione di impatto ambientale e, inoltre, il vantaggio ambientale del pallet in plastica riciclata rispetto al pallet in plastica vergine.

Il servizio si chiama Certified Recycled Plastic ed è in grado di “tracciare l’intera storia del prodotto”, garantendo a qualsiasi azienda ne faccia richiesta la tracciabilità fisica, contrattuale, logistica, finanziaria, ambientale e informatica della plastica; da quando viene scartata dopo il primo utilizzo (assumendo lo “status di rifiuto”) a quando viene trasferita, trasformata e poi reimmessa sul mercato.

Il prodotto è stato presentato al mercato in occasione di Green Logistics Expo 2022, il Salone internazionale della logistica sostenibile in corso alla Fiera di Padova dal 5 al 7 ottobre.

«La nostra azienda sta attraversando un momento molto importante: “Imball Nord” è infatti diventata ora “Relicyc”– spiega Alessandro Minuzzo, amministratore delegato –. La presenza a Padova è l’occasione per presentare il nostro rebranding. Si apre una pagina tutta da scoprire e il primo passaggio di questo percorso è rappresentato dall’utilizzo di Certified Recycled Plastic. La consideriamo una scelta di trasparenza a garanzia dei nostri fornitori, clienti e dei consumatori. Il riciclo ha senso soltanto se è reale e, dunque, verificabile da chiunque, in qualsiasi parte del mondo».

«È un passaggio fondamentale per il settore della plastica – spiegano Riccardo Parrini e Stefano Chiaramondia, ideatori e sviluppatori di Certified Recycled Plastic –. Siamo lieti di mostrare la prima applicazione di mercato di questa tecnologia fondamentale per tracciare le materie plastiche in modo puntuale. Il nostro obiettivo è di estendere a tutte le aziende del settore questa opportunità, in modo da aiutarle a dichiarare il reale contenuto di plastica riciclata presente all’interno dei loro prodotti. Questo strumento potrà essere utilizzato anche da tutti gli enti di certificazione e di controllo per verificare, senza possibilità di errore, quanto dichiarato dalle aziende che utilizzano, o perlomeno dichiarano di utilizzare, materiali riciclati. Da oggi, largo alla trasparenza, il greenwashing può finalmente essere eliminato».

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