Cgia di Mestre: pagamenti, Pa in ritardo per 55,6 miliardi

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Il ritardo nei pagamenti alle imprese, da parte della pubblica amministrazione, ammonta a 55,6 miliardi di euro. È quanto ha calcolato dall’Ufficio studi di CGIA di Mestre, che ha redatto una scheda dove ha elencato, per alcune delle più importanti amministrazioni pubbliche italiane, gli enti che nel 2021 hanno pagato i propri fornitori in ritardo.

Il Ministero dell’Interno è quello che ha accumulato maggiori ritardi, con un Indicatore di Tempestività dei Pagamenti (ITP) pari a +67,09, corrispondente a oltre 2 mesi di ritardo rispetto alla scadenza prevista dal contratto. Seguono le Politiche agricole con +42,28 e la Difesa con +32,75.

Tra le amministrazioni regionali, invece, i maggiori ritardi nel saldare i pagamenti si sono registrati in Abruzzo con 62 giorni oltre la scadenza contrattuale, in Basilicata con 39,57 e in Campania con un ritardo medio di 9,74 giorni.

Tra i comuni, invece, la situazione più critica si è verificata a Napoli. Sempre l’anno scorso, l’amministrazione comunale del capoluogo regionale campano i giorni di ritardo nei pagamenti sono stati 228,15, a Lecce 63,18 e a Salerno 61,57. Tra le Asl, infine, quella di Napoli 1 Centro ha pagato con un ritardo di 43,77 giorni, l’Usl Toscana Nord Ovest con 22,34 e la Napoli 2 Nord con 16,92.

Tra i 27 Paesi dell’UE, sempre nel 2021 nessun altro presenta un andamento così negativo come il nostro. In Italia l’incidenza dei debiti commerciali della PA sul Pil è stata del 3,1%, contro lo 0,8% della Spagna, l’1,2% dell’Olanda, l’1,4% della Francia e l’1,6% della Germania. La Commissione europea ha inviato al Governo Draghi una lettera di messa in mora sul mancato rispetto delle disposizioni previste dalla direttiva europea approvata 10 anni fa. E c’è un’altra procedura ancora aperta contro il nostro Paese, che riguarda il codice dei contratti pubblici che prevede un termine di pagamento di 45 giorni, quando a livello comunitario la scadenza, invece, è di 30 giorni.

L’Ufficio studi di CGIA propone come soluzione la compensazione secca, diretta e universale tra i crediti certi liquidi ed esigibili maturati da una impresa nei confronti della PA e i debiti fiscali e contributivi che la stessa deve onorare all’erario.

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