Casseforme in plastica riciclata: la padovana Geoplast vince una causa sul brevetto

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Dopo sei anni di battaglie legali Geoplast, azienda di Grantorto (Padova) attiva nel campo dell’edilizia, ha ottenuto l’inibizione ai danni della controparte, la multinazionale tedesca Peri, a produrre e vendere in Italia il proprio prodotto Peri Duo, in quanto violerebbe il brevetto Geoplast, la cassaforma in plastica riciclata Geopanel. A stabilirlo il tribunale di Venezia, in un procedimento di ingiunzione preliminare del 7 febbraiio 2022, arrivato dopo una lunga battaglia legale.

Peri ha dichiarato di non riconoscere l’ordinanza cautelare come decisione definitiva e giuridicamente vincolante tra le parti. Oltre al procedimento cautelare, tra le parti sono pendenti anche i procedimenti di merito in Italia (presso il Tribunale di Venezia, R.G. 8611/2016) e in Germania (presso il Tribunale distrettuale di Düsseldorf, prot. n. 4a O 92/21). Questi procedimenti hanno come oggetto la rispettiva parte nazionale del brevetto europeo EP 1 538 277 B1. Oggetto del procedimento italiano di merito è altresì il brevetto italiano IT 1345881.

Geopanel

Geopanel nasce nel 2005 da un’idea di Mirco Pegoraro, CEO di Geoplast. Per cercare di porre un freno all’utilizzo massivo del legno nel settore dell’edilizia, Pegoraro studiò una cassaforma modulare riutilizzabile costruita interamente in plastica riciclata, fornita di un sistema di fissaggio a maniglie. È proprio quest’ultima caratteristica ad aver riscosso maggiore successo: il sistema a maniglie rende possibile creare qualunque tipo di superficie e, inoltre, è facilmente maneggiabile anche da chi non è esperto. Geopanel, con la sua versatilità e intuitività, è stato subito apprezzato soprattutto dai paesi in via di sviluppo.

Grazie a Geopanel è possibile ridurre lo spreco di legno e dare nuova vita alla plastica già utilizzata, che va a formare dei pannelli leggeri e sicuri da trasportare, caratteristiche che permettono anche di risparmiare tempo nelle fasi di montaggio e smontaggio.

Il sistema è stato utilizzato nella costruzione di grandi opere tra cui lo stadio olimpico di Soči, il Terminal 1 dell’aeroporto internazionale di San Francisco, i muri di fondazione del nuovo Centro di eccellenza in Biologia-
Farmacia-Chimica dell’Università di Paris-Sud.

La causa

Nonostante il brevetto ottenuto già nel 2005, undici anni dopo la multinazionale tedesca Peri presenta ad una fiera internazionale un prodotto praticamente identico a Geopanel. Un bel colpo per Pegoraro, alla cui delusione si è aggiunta una punta di soddisfazione per l’attenzione globale che la sua invenzione aveva attirato su di sé.

Pegoraro ha subito intrapreso una causa contro Peri, conclusasi in parte proprio in questi giorni con l’inibizione del prodotto tedesco sul suolo italiano. L’invenzione di Geopanel, comunque, era già stata attribuita a Pegoraro nel 2019, da parte di EPO (European Patent Office). Tra un paio di settimane, il 28 settembre, le parti si ritroveranno in tribunale e verrà incaricato un perito per il calcolo dei danni.

«Io sono sempre stato aperto alla collaborazione – afferma l’imprenditore –. L’innovazione deve essere un bene comune. Peri avrebbe potuto contattarmi e avremmo unito le forze. Invece, ha aspettato ben undici anni e poi, quando avevo già ottenuto successo, ha rubato la mia invenzione. Dopotutto, la mia è una piccola-media impresa veneta, la loro è una grande multinazionale tedesca.»

Il futuro

«Purtroppo non si possono recuperare milioni di alberi tagliati» afferma con rammarico Mirco Pegoraro. La diffusione del suo Geopanel è ritardata, a causa dello scontro legale, di 15 anni, durante i quali si sarebbe potuto portare un importante contributo nella tutela ambientale in campo edile. «Il mio futuro – ha concluso – è quello di insegnare al mercato delle costruzioni come lavorare in maniera più sostenibile.»

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