Coldiretti, la petizione contro il fotovoltaico diventa una protesta nazionale

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La petizione lanciata da Coldiretti Veneto contro i pannelli solari mangia suolo si è trasformata in una raccolta firme che interessa tutta la Penisola. Diventa dunque nazionale l’iniziativa avviata su territorio regionale che ha già prodotto 24 mila sottoscrizioni e che da oggi continua il suo percorso da Nord a Sud con lo slogan «Si all’energia rinnovabile senza consumo di suolo agricolo».

L’annuncio è degli under 30 di Coldiretti che in occasione del G20 dei giovani a Milano dal 19 al 23 luglio presieduto dall’Italia da il via ufficiale alla raccolta firme per combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici e spingere invece il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole.

Il no al fotovoltaico di Coldiretti: ecco dove firmare

Sul sito http://www.giovanimpresa.coldiretti.it e in tutti gli uffici di Coldiretti, nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica sarà possibile dare la propria adesione alla mobilitazione promossa da Giovani Impresa Coldiretti per chiedere alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra.

«Preoccupati per l’emergenza climatica, i giovani agricoltori – spiega Alex Vantini delegato regionale e vice nazionale – intendono cogliere ogni opportunità offerta dalle tecnologie innovative, avendo come obiettivo la piena attuazione dell’accordo di Parigi sul clima e l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Il consumo di suolo agricolo destinato al fotovoltaico a terra minaccia il futuro alle nuove generazioni di agricoltori. Il coordinamento veneto è stato pioniere dell’iniziativa. Per prima proprio Federica Vidali alla guida dei giovani di Coldiretti Rovigo è scesa in campo con una protesta inizialmente social denunciando da subito lo scempio ambientale nel Comune di Loreo. Da quel momento il Veneto è stato interessato da un’escalation di progetti fotovoltaici che riguardano tutte le province e distese di campi coltivati. Una responsabilità sociale che come imprenditori agricoli – continua Vantini –  ci sentiamo addosso per rivendicare che il suolo vocato all’agricoltura appartiene agli agricoltori e la  multifunzionalità energetica va sviluppata come attività integrata alla coltivazione e all’allevamento, sino a un massimo del 5% della superficie dell’azienda, da realizzare direttamente dagli agricoltori e in aree marginali».

I giovani agricoltori della Coldiretti propongono che le Regioni e gli enti locali identifichino nelle aree da bonificare, nei terreni abbandonati, nelle zone industriali obsolete e nei tetti delle strutture produttive anche agricole, il luogo idoneo all’installazione del fotovoltaico per la corretta produzione di energia da fonti rinnovabili.

«L’Italia – evidenzia Veronica Barbati presidente nazionale di Giovani Impresa – possiede terreni non destinati all’agricoltura che potrebbero essere messi a valore con il fotovoltaico, ci domandiamo perché utilizzare terreni fertili che già producono valore economico, sociale ed ambientale togliendo traiettorie di futuro alle nuove generazioni di agricoltori».

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