Barometro Crif, richieste di credito in calo per le imprese venete nel primo semestre dell'anno

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Le richieste di credito da parte delle imprese sono rallentate nel primo semestre 2022. Nonostante gli aumenti di materie prime ed energia, conseguenti allo scoppio del conflitto in Ucraina, le richieste da parte delle aziende non sono cresciute, ma anzi calate mediamente del 7.2%. In Veneto, in modo particolare, le domande sono scese del 10,7%, superando il dato nazionale. Allo stesso tempo, però, aumenta l’importo medio richiesto, attualmente intorno ai 103 mila euro in Veneto. A rilevarlo è l’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF sulle domande di credito delle imprese italiane.

I cali maggiori si trovano nelle province di Venezia (-18,2%) e Rovigo (-15,3%), seguite da Treviso (-12,1%) e Vicenza (-11,1%), mentre Verona presenta la flessione più lieve (-3,4%). Ciononostante, l’importo mediamente richiesto è salito dell’8% rispetto al 2021 e corrisponde a quasi 121 mila euro a Treviso, (valore più alto) e a quasi 75 mila a Rovigo (valore più basso).

In Italia

La guerra in Ucraina e il conseguente aumento dei costi che stiamo sperimentando ogni giorno non hanno ancora colpito duramente le aziende italiane. Sia per le società capitali che per le imprese individuali si registra una flessione, che va dal 4,2% delle prime al 12,8% delle seconde rispetto al primo semestre dello scorso anno. Nonostante il periodo di forte incertezza economica dettato dalla pandemia, le attività si stanno lentamente rialzando e, per ora, non sembrano necessitare di ulteriori aiuti da parte delle banche. «Le imprese che non hanno ancora sentito la necessità di aumentare in modo consistente la provvista di liquidità per far fronte all’attività corrente», ha detto Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.

Le previsioni per il futuro

Il cambiamento climatico influenzerà il valore di rischio delle imprese italiane, su questo sembra non esserci dubbio. Secondo una stima di CRIF e RED, società specializzata nel settore dei servizi di consulenza per il risk assessment di disastri naturali e connessi al clima, nei prossimi trent’anni aumenterà del 36% il numero delle aziende a rischio sul territorio italiano. Le aree più a colpite sarebbero il Meridione e le Isole, con ben la metà delle imprese a rischio alto. Analogamente, il settore più a rischio sarà quello agricolo.

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