Assindustria, il bilancio dell'assemblea generale: «Clima di incertezza»

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Si è svolta nel pomeriggio di ieri, 30 giugno, l’Assemblea Generale Privata 2022 di Assindustria Venetocentro, all’Auditorium Fondazione Cassamarca di Treviso. In apertura, un lungo applauso ha reso omaggio a Leonardo Del Vecchio.

L’Assemblea ha approvato il Bilancio 2021, che rileva un incremento dei ricavi e un avanzo della gestione operativa, in miglioramento rispetto al Budget di periodo. I risultati della gestione hanno consentito di implementare la qualità dei servizi erogati in favore degli Associati, sviluppare l’attività progettuale, destinare l’avanzo di esercizio a riserve di patrimonio, anche per poter affrontare in futuro situazioni di difficoltà o shock esterni.

La Relazione sull’Attività ha reso ancor più visibile la capacità dell’Associazione di affrontare una fase complessa dando risposte concrete alle imprese, su emergenze e nuove opportunità: piattaforma APPIA sui prezzi delle materie prime; nuova finanza; supporto alle imprese per l’accesso ai programmi Ue; progetti per il capitale umano, l’innovazione; per i temi della sostenibilità, con risultati importanti in termini di rappresentanza, assistenza e fidelizzazione.

La seconda parte dei lavori è stata dedicata al tema “2022 dove stiamo andando? L’economia italiana tra pandemia, guerra e nuovo ordine mondiale”, con gli interventi di Paolo Mieli, Giornalista e Storico, Veronica De Romanis, Economista e Autrice, condotti dal Giornalista Domenico Basso. Le conclusioni sono state di Leopoldo Destro, Presidente Assindustria Venetocentro.

Il sistema manifatturiero e dei servizi innovativi di Padova e Treviso rallenta la crescita, per gli effetti di costo energia e materie prime, difficoltà di approvvigionamento, inflazione e guerra, ma tiene. Dopo la crescita media annua del 17,5% e del 16,5%, rispettivamente, nel 2021 e il record dell’export (25,6 miliardi), nel primo trimestre 2022 la produzione industriale di Padova e di Treviso registra, nell’ordine, un +5,1% e un +3,5% rispetto al trimestre precedente. La variazione su base annua è pari al +9,6% e al +5,3%. Un risultato sostenuto ancora dall’export, cresciuto del 19,2%, spinto da Germania (+21,3%), Francia (+15,6%), Stati Uniti (+22%), Spagna (+20,9). Le incognite già citate pesano però, su margini e investimenti delle imprese, generano un mix di incertezza sui prossimi mesi. Il problema dell’energia tocca in modo particolare il Veneto, che consuma il 12% dell’energia elettrica nazionale e oltre il 10% del gas naturale. E, oggi, il prezzo unico è 5 volte quello di inizio 2020. A queste incognite, si aggiunge la difficoltà nel reperire profili e competenze. Sono 36.320 le assunzioni programmate dalle imprese in giugno-agosto (127.250 in Veneto). Difficilmente reperibili per il 50,6% (Unioncamere-Anpal, Excelsior).

Destro: «La crescita è rallentata ma le imprese sono fattore di coesione»

«È passato poco più di un anno e mezzo dal mio insediamento – ha esordito nel suo intervento il Presidente Leopoldo Destro – eppure oggi ci troviamo in un mondo completamente e imprevedibilmente diverso. Stiamo vivendo uno di quei momenti che segnano grande discontinuità e profondi cambiamenti nella storia: una pandemia mondiale; un conflitto sul suolo europeo che sta mettendo alla prova libertà, democrazia ed equilibri geopolitici che davamo per scontati da più di 70 anni, oltre a generare un’enorme crisi umanitaria; un faticoso percorso per combattere il cambiamento climatico, di cui misuriamo oggi gli effetti nella siccità e nel razionamento di una risorsa come l’acqua».

Shock esogeni, come la guerra e l’inflazione, che, sottolinea il presidente Destro, «stanno impattando in modo enorme sul nostro vivere quotidiano di cittadini e di imprenditori: la corsa dei costi di energia e gas, fuori controllo (gas naturale +647% e Brent +104% rispetto al pre-Covid), con forti pressioni sui margini e complessità di gestione per le imprese. Un’inflazione in crescita preoccupante (+6,8% a maggio, la più alta dal 1986); un rialzo dei tassi da parte della BCE e rischi di aumento per il costo del credito in Italia e per il debito bancario delle imprese. Una conseguente crescita in rallentamento significativo quest’anno per l’Italia rispetto alle previsioni (dal 4% al 2%) e per il Veneto (dal 4,2 al 2,4%)».

In questo contesto di grande complessità, rimane, però «la certezza di un saldo punto di riferimento per il nostro territorio: la forza, la determinazione, la competitività del nostro sistema imprenditoriale, capace di rigenerarsi, di essere fattore di sviluppo e coesione. Un sistema diversificato nelle dimensioni e nei settori, in reti di distretti e filiere, fortemente internazionalizzato, con un capitale umano di impareggiabile qualità. Lo conferma la performance del nostro export, che nel primo trimestre è cresciuto del 19,2%, nonostante tutto, la capacità di crescere di molte aziende, le innovazioni, gli investimenti. Traguardi tutt’altro che scontati, di cui essere fieri. Questo è il nostro spirito, questi sono gli imprenditori di Padova Treviso e questo è il nostro territorio».

Destro ha concluso soffermandosi sul progetto di aggregazione con Confindustria Venezia Rovigo, per il quale ha ringraziato la Commissione Paritetica, la struttura, gli organi e soprattutto «le centinaia di associati che hanno partecipato alle riunioni zonali, volendo capire, discutere, giudicare ed emendare il progetto. Ma soprattutto volendo esprimere supporto, convinta adesione e incoraggiamento verso l’obiettivo». «Un progetto che ho ricevuto in eredità, che ho voluto capire bene, approfondire e che mi ha convinto. Che non è sostenuto solo da obiettivi di crescita dimensionale o di efficientamento associativo, ma da una chiara visione di futuro e da un sogno, da avviare, implementare e da consegnare a chi verrà dopo di noi. Quello di dare finalmente identità e prospettiva ad un nodo di rango metropolitano per il nostro Veneto, capace di costruire un’offerta di vita e di lavoro a tanti giovani, manager, imprese, investitori. Dove coniugarla in uno dei territori più belli al mondo, capace di unire il vivere bene con la concentrazione di business, di ricerca e innovazione, industria. Con un’offerta formativa anche universitaria e infrastrutturale che lo collega al mondo. Con tesori culturali e ambientali, patrimonio Unesco e centri di innovazione degni delle aree più competitive in Europa e oltre. Ecco, questa è la sfida e il sogno che è alla base di questo progetto. A voi, a tutti noi, la responsabilità e l’onore di essere parte attiva e determinante di una decisione che il prossimo novembre lo renda possibile».

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