Design e creatività per la ricerca sul cancro, ecco i condizionatori firmati dagli studenti dell'artistico di Vittorio Veneto

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Tecnologia, estro creativo e un nobile scopo: sono le tre direttrici del progetto artistico che ha visto protagonisti gli studenti del Liceo artistico Munari di Vittorio Veneto (Treviso), che hanno reinventato il design di dieci condizionatori Haier: una collezione esclusiva che sarà proposta nel corso dell’asta nazionale organizzata di Fondazione Airc a dicembre per raccogliere fondi a sostegno dei migliori progetti di ricerca sul cancro.

L’iniziativa, voluta dal distaccamento italiano della multinazionale cinese, è nata per avvicinare la realtà scolastica a quella aziendale con un obiettivo benefico condiviso. Il progetto, che si è svolto tra ottobre 2021 e maggio 2022, è stato rivolto alle classi quarte e quinte degli indirizzi di Arti figurative, Grafica e Audiovisivo multimediale del Liceo artistico “Bruno Munari” di Vittorio Veneto.

In tutto sono stati coinvolti 118 ragazzi e ragazze di otto classi, che hanno creato 42 progetti grafici e di comunicazione. Una volta ricevuto il brief iniziale, infatti, i compiti tra gli studenti sono stati divisi: gli allievi dell’indirizzo Arti figurative hanno lavorato sia alla progettazione che alla decorazione pittorica, cercando di conciliare la propria creatività con la necessità di comunicare il valore tecnologico del prodotto; quelli dell’indirizzo di Grafica hanno progettato dei mock-up per la promozione della campagna sui canali digitali, dai contenuti social e una landing page; gli studenti dell’indirizzo Audiovisivo, invece, hanno creato dei video-racconti per immortalare il processo creativo dei loro compagni.

 

condizionatore haier reinventato dagli studenti del munari

 

«Un’esperienza che riflette e attualizza perfettamente la mission educativa del Liceo Munari», spiega Giulio Venturi, dirigente dell’Istituto. «Trasmettere una cultura della comunicazione in un percorso che sappia contaminare i saperi artistici e le tecnologie digitali, tradizione e innovazione, progettualità e ricerca. Un percorso costantemente proiettato alla crescita creativa dei suoi studenti e al loro orientamento nel mondo dello studio e del lavoro».

Una commissione ha selezionato dieci progetti vincitori tra i 42 progetti presentati. Sono stati proprio i ragazzi e le ragazze che hanno sviluppato i design artistici selezionati a dipingere gli split dei condizionatori “Pearl” di Haier, dando vita a una capsule collection di dieci pezzi unici che verranno donati all’Airc e venduti durante l’asta di beneficenza che l’associazione organizza in autunno.

 

vertici di haier, airc e liceo munari con studentesse

Da sinistra, Stefani (Haier), Bianchetti (Airc), cinque studentesse del Munari, il dirigente Venturi, Francesco Parlato (CSO Haier AC Italia)

 

«Siamo grati ad Haier per questa bellissima iniziativa – commenta Jessica Bianchetti, coordinatrice regionale del Comitato Veneto di Fondazione Airc – e particolarmente entusiasti del coinvolgimento dei ragazzi del Liceo Munari, che realizzando questi dieci pezzi unici per la nostra asta confermano il protagonismo attivo dei più giovani e il desiderio di contribuire a costruire un futuro comune, un futuro il prima possibile senza cancro. Fare rete con le imprese e la società civile, affiancare le scuole nell’attività di informazione e sensibilizzazione, oltre che sostenere i giovani ricercatori, sono attività che costituiscono la mission di Airc. Questo progetto, che unisce tecnologia, creatività e ricerca, ci consentirà di raccogliere nuove risorse per dare continuità al lavoro dei nostri scienziati».

«Questo è stato un progetto fortemente voluto da noi di Haier – dice Marco Matteo Stefani, managing director di Haier AC Italy – per avvicinarci all’estro e alla creatività degli studenti del liceo artistico Munari, avendo un altro punto di vista sui nostri prodotti. Quando abbiamo visionato i primi lavori abbiamo capito il valore aggiunto, oltre le nostre aspettative, che stavano apportando gli studenti coinvolti, ed è emersa quindi la volontà di ricercare un partner importante, come Fondazione Airc, che potesse valorizzare al meglio l’intero progetto».

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