Veneto, il consiglio regionale «abiura» il riconoscimento dell'annessione della Crimea

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Correva l’anno 2016 e il Veneto, sull’onda dei referendum secessionisti di Scozia prima e Catalogna di lì a qualche mese, riconosceva la Crimea come legittimamente annessa alla Russia. Oggi, lo stesso ente regionale, tra le pochissime istituzioni occidentali ad accettare con un atto formale l’atto di aggressione della Russia portato avanti nel 2014, vota la mozione di Giacomo Possamai, consigliere PD, che abiura la decisione del 2016.

La risoluzione di cinque anni fa attaccava l’Unione europea chiedendo di eliminare le sanzioni inflitte alla Russia, considerate «scellerate e irresponsabili anche alla luce della sicurezza internazionale», e di «riconoscere la volontà espressa dal Parlamento di Crimea».

Nonostante lo sdegno e le sanzioni del mondo occidentale in seguito all’annessione, il Consiglio regionale presieduto da Roberto Ciambetti, che si recò in Crimea personalmente, consegnò in maniera simbolica il vessillo di San Marco ai separatisti filo-russi. Oggi, in seguito a una mozione proveniente dall’opposizione in Consiglio regionale, il partito del presidente Zaia deve ritrattare quella che per molto tempo è stata la sua posizione più o meno ufficiale. Stefano Valdegamberi e Luciano Sandonà si erano recati in Crimea nell’ottobre 2016 acclamando l’esito del referendum del 2014, ampiamente considerato illegittimo dai principali osservatori internazionali. Oggi gli esponenti leghisti, eletti in Consiglio nella lista Zaia, abbandonano l’aula di Palazzo Ferro Fini in segno di protesta, attimi prima che il loro partito voti a favore della mozione presentata da Possamai.

«Con questo voto eliminiamo un’incongruenza tra quanto approvato all’unanimità neanche un mese fa e la risoluzione licenziata dal Consiglio nel 2016, che riconosceva l’annessione della Crimea. I due atti erano in evidente contraddizione, siamo soddisfatti che anche la maggioranza leghista sia d’accordo», ha detto Possamai ai quotidiani veneti del gruppo GEDI.

«Nel 2016 ci fu uno scontro pesante in aula: sebbene fosse un’epoca diversa, non aveva senso, allora come oggi, che il Consiglio regionale si arrogasse, sostanzialmente, il diritto di un riconoscimento internazionale oltretutto con una posizione strutturalmente sbagliata» ha ricordato Possamai. «Se sanciamo il principio che l’annessione o l’invasione da parte di un Paese nei confronti dell’altro è lecita, vuol dire che trasgrediamo ogni principio del diritto internazionale. È quello che i consiglieri di opposizione sostenevano allora, mentre c’era chi andava in missione in Crimea a portare la vicinanza del Veneto ed è quanto sosteniamo noi ora».

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