Banco Bpm in crescita, 4,5 miliardi di proventi nel 2021

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Banco Bpm in crescita anche nel 2021. L’utile netto a livello adjusted sale a € 710 milioni (€ 330 milioni nel 2020) mentre il risultato netto stated si è attestato a € 569 milioni (rispetto a € 21 milioni registrati nel 2020), con un EPS pari a 38 centesimi rispetto a una guidance di 35 centesimi.

I proventi operativi sono cresciuti a € 4.511 milioni (+8,6% a/a), il risultato della gestione operativa a € 1.995 milioni (+15,9% a/a) e il cost/income è pari al 55,8% (58,5% nel 2020). Per quanto riguarda i crediti deteriorati, continua la strategia di derisking della Capogruppo che ha consentito una riduzione delle sofferenze lorde a € 2,2 miliardi rispetto a € 3,6 miliardi al 31 dicembre 2020 (-38,8%) ed una riduzione degli NPL complessivi a € 6,4 miliardi rispetto a € 8,6 miliardi del 2020 (-25,7%) con un calo dell’NPE ratio lordo dal 7,5% al 5,6% (che scende al 4,3% calcolato secondo la metodologia EBA).

Tali indicatori sono attesi ancora in miglioramento nel 2022 grazie ad un’ulteriore attività di derisking prevista per un target di circa € 1 miliardo. Considerando anche questa ulteriore cessione l’NPE ratio si attesterebbe al 4,8%

La gestione dell’esercizio 2021, ancorché caratterizzata dalle ripercussioni sull’economia mondiale e sull’operatività delle imprese derivanti dall’emergenza internazionale per l’epidemia Coronavirus, si è maggiormente focalizzata sullo sviluppo dell’attività commerciale e sulla prosecuzione delle azioni di derisking e di riorganizzazione delle attività del Gruppo, proseguendo  inoltre nell’attuazione delle misure varate lo scorso anno finalizzate alla tutela della clientela e dei propri dipendenti, nonché al sostegno concreto delle imprese, delle famiglie e delle comunità nelle quali il Gruppo opera, colpite dalla crisi innescata dall’emergenza sanitaria in corso.

Nell’ambito delle misure di sostegno dell’economia per l’emergenza Covid, le erogazioni assistite da garanzia statale del 2021 sono state pari a circa € 7 miliardi, portando il totale stock di tali crediti garantiti al 31 dicembre 2021 a € 16,8 miliardi; mentre, per quando riguarda le moratorie previste dal Decreto Cura Italia e dal Protocollo ABI, a inizio 2022 risultano totalmente scadute19, con un tasso di default che, comprendendo anche le rate addebitate a gennaio 2022, si è attestato all’1,5%.

Nella seduta del 4 novembre il Consiglio di Amministrazione di Banco BPM ha approvato il Piano Strategico 2021-2024 del Gruppo. Il nuovo Piano mira a remunerare in maniera significativa gli azionisti al fine di realizzare una crescita sostenibile della redditività ed è stato sviluppato sulla base di un set di ipotesi che incorpora le nuove prospettive macroeconomiche e le evoluzioni del contesto regolamentare.

Il raggiungimento degli obiettivi di piano, che prevedono la piena integrazione della strategia ESG nel modello di business del Gruppo, consentirà una significativa creazione di valore ed il mantenimento di solidi livelli di liquidità e di capitalizzazione, oltre ad un ulteriore impulso al derisking ed una riduzione del costo del credito.

Nell’esercizio il Gruppo ha avviato un’ulteriore accelerazione del processo di derisking attraverso un piano di cessione di crediti non performing, cosiddetto “Progetto Rockets”, relativo alla cessione di crediti in sofferenza per un importo di € 1,5 miliardi lordi.

Tale operazione si è perfezionata nel mese di giugno sotto forma di cartolarizzazione, con la cessione dei crediti alla società veicolo Aurelia SPV S.r.l. che ha emesso le Notes (Senior, Mezzanine e Junior); le Senior Notes sono assistite dalla garanzia dello Stato (c.d. GACS), la cui proroga è stata approvata dalla Commissione Europea. Con riferimento ai titoli Mezzanine e Junior, il 95% degli stessi è stato acquistato da società controllate dai fondi Elliott. Tale strategia di derisking ha comportato per il Gruppo un rilevante effetto positivo in termini di riduzione dello stock di crediti deteriorati lordi, che sono passati da € 8,6 miliardi di fine 2020 a € 6,4 miliardi al 31 dicembre, ed il miglioramento degli indicatori della qualità del credito, con una riduzione dell’NPE ratio lordo dal 7,5% al 5,6%. Con riguardo alle sole sofferenze lorde la diminuzione da € 3,6 miliardi a € 2,2 miliardi (-38,8%) ha ridotto la loro incidenza sul totale degli impieghi lordi dal 3,1% all’1,9%.

Inoltre per il 2022 è previsto un ulteriore derisking per circa € 1 miliardo, sia attraverso ulteriori cessioni sia attraverso l’attività di workout. Tenuto conto di tali operazioni, il rapporto fra sofferenze lorde e impieghi lordi si attesterebbe al 4,8% (3,7% calcolato secondo la metodologia EBA20).

Ti potrebbe interessare