Latte e derivati: quattro centesimi in più al litro per salvare le stalle. Ma non li paga il consumatore

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Un lieve rincaro del prezzo del latte di circa quattro centesimi a litro per fronteggiare la crisi che ha messo in ginocchio le stalle, questo il risultato della trattativa tra Ministero dell’Agricoltura e associazioni di categoria per dare una risposta ai molti allevatori in difficoltà da mesi a causa del rincaro del foraggio e delle materie prime.

C’è soddisfazione da parte di Coldiretti in uscita dal tavolo convocato dal Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli per fronteggiare la crisi del latte, che rischiava di costringere alla chiusura di circa 3500 stalle solo nel territorio veneto. Un aumento di quattro centesimi al litro che però non ricadrà sulle spalle dei consumatori, ma invece verrà suddiviso tra gli attori protagonisti della filiera produttiva: la Grande Distribuzione Organizzata, infatti, oltre ad impegnarsi a valorizzare prodotti come latte fresco/UHT e derivati da latte 100% italiano, riconoscerà un premio «emergenza stalle» fino a tre centesimi per litro di latte da corrispondere all’industria della trasformazione. Quesa, successivamente, a sua volta corrisponderà questi tre centesimi, più un quarto centesimo di tasca sua, direttamente sulle casse degli allevatori.

“Una scelta etica – commenta Coldiretti Veneto, che a gran voce per mesi aveva richiesto l’attenzione del ministero a questa crisi  – per salvare le 3500 stalle da latte presenti sul territorio regionale dove si mungono 10 milioni di quintali di latte destinato ad una produzione casearia di assoluto pregio”. La strada pare essere quella giusta, anche se c’è ancora del lavoro da fare per quanto riguarda la sensibilizzazione del consumatore finale: “L’intesa salva le 26mila stalle da latte italiane rimaste che nel corso dell’anno 2021 hanno dovuto subire un rilevante aumento dei costi di produzione con un rincaro delle materie prime e dei foraggi” sostiene il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “si tratta di valorizzare la filiera lattiero-casearia nazionale, che esprime un valore di oltre 16 miliardi di euro, occupa oltre 100.000 persone e genera una ricaduta positiva in termini di reddito e coesione sociale nel Paese e che rappresenta, di fatto, il primo comparto dell’agroalimentare nazionale”.

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