Ristori per il Covid e sostenibilità, dalla Regione quasi 3 milioni per le imprese ittiche

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La Giunta regionale ha approvato due delibere, su proposta dell’assessore regionale alla pesca, Cristiano Corazzari, con cui si dà il via a due specifici bandi: uno volto a sostenere le imprese del settore dell’acquacoltura, che hanno sofferto a causa della emergenza sanitaria determinata dall’epidemia di Covid-19 e, l’altro, per promuovere interventi per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura.

Per entrambi i bandi, si tratta di interventi cofinanziati dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca.

Il bando che prevede un contributo alle imprese di pesca e di acquacoltura del Veneto per i danni subiti a causa del Covid-19, mette a disposizione un finanziamento di 2 milioni e 118 mila euro. Le imprese aventi diritto saranno ristorate attraverso la concessione di capitale circolante e la compensazione per la sospensione temporanea o la riduzione della produzione e delle vendite o per le spese supplementari di magazzinaggio verificatesi tra il 1 febbraio e il 31 dicembre 2020.

Per quanto riguarda il secondo bando, invece, approvato per valorizzare metodi di acquacoltura sostenibili, che permettano di conservare e migliorare sia l’ambiente che la biodiversità, nonché la gestione del paesaggio e delle caratteristiche tradizionali delle aree dedicate all’acquacoltura, si prevede un contributo alle imprese pari a circa 621 mila euro.

Le domande di contributo dovranno pervenire entro 60 giorni dalla pubblicazione dei  bandi nel BUR regionale.

«Il Covid 19 ha creato non pochi problemi a livello sanitario, e molti anche al tessuto imprenditoriale ed economico», ha detto Corazzari. «Ha toccato la salute, ma anche le tasche dei nostri cittadini. Alcune attività hanno sofferto più di altre: un esempio è dato proprio dal mondo della pesca e dell’acquacoltura. La Regione del Veneto ha sempre continuato a monitorare la situazione e a garantire aiuti ed incentivi laddove era possibile per la salvaguardia dell’occupazione ma anche, come in questo caso, della identità di un territorio, quello veneto, in cui la pesca (in mare, in laguna e l’allevamento, soprattutto dei molluschi bivalvi), è strategicamente rappresentativa»

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