Colli Euganei, la crisi dell'olio e del miele dopo le gelate primaverili. Produzione in calo fino all'80%

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Crisi nera per le coltivazioni di miele e olio d’oliva sui Colli Euganei. Dopo il raccolto record del 2020 (22 mila quintali), gli agricoltori hanno previsto una flessione anche del 60% per la produzione di olive, con livelli vicini a quelli già bassissimi del 2019.

Va addirittura peggio il miele: quest’anno la produzione di acacia è stata pari a zero, mentre quella di millefiori è calata dell’80%, secondo le stime di Cia Padova.

«L’annata peggiore dal 1960», dice l’associazione dei coltivatori. «Confidiamo negli aiuti messi a disposizione dopo le gelate in aprile». Dal Fondo di solidarietà nazionale sono infatti in arrivo oltre 100 mila euro di contributi a fondo perduto per i 1.168 apicoltori della provincia di Padova.

È proprio il clima della scorsa primavera il principale responsabile del forte calo della produzione. Una serie di eventi atmosferici eccezionali che hanno tutto a che fare con i cambiamenti climatici, e che per questo sono destinati a diventare sempre più frequenti.

«Abbiamo avuto un inizio di primavera siccitoso, seguito dalle gelate di aprile e dalle abbondanti piogge di fine maggio che non hanno favorito la legaggione», ha spiegato il mastro oleario Paolo Barbiero, titolare del frantoio di Valnogaredo di Cinto Euganeo, al mattino di Padova. «A soffrire maggiormente sono state le piante più giovani della varietà Leccino. Purtroppo la poca produzione ha favorito anche l’attacco della mosca olearia. Alcuni olivicoltori stanno pensando se effettuare la raccolta o meno. I costi della stesura delle reti e della manodopera sono gli stessi anche se la raccolta è poca»

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