Via libera UE al «Prosek» croato, gli agricoltori veneti: «Attacco al made in Italy»

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La denuncia degli agricoltori veneti: le imitazioni dei prodotti made in Italy rappresentano un serio rischio per l’export italiano. Non bastavano i vari tarocchi ora il via libera al Prosek croato è la goccia che fa traboccare il vaso. Coldiretti Veneto definisce questa decisione come un vero «attacco al Made in Italy e al prosecco nazionale che è il vino più esportato nel mondo ma anche il piu’ imitato».

I motivi della polemica: a rischio il prosecco made in Italy

La polemica fa riferimento alla richiesta avanzata dalle autorità di Zagabria ai servizi della Commissione Ue per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della procedura per il riconoscimento della Menzione tradizionale «Prosek». Una decisione che rischia di indebolire la stessa UE nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare la denominazione prosecco dai falsi come in Argentina e Australia.

Il successo del Prosecco che ha messo a segno un aumento delle bottiglie esportate nel mondo dell’8% nel primo trimestre del 2021 ingolosisce i falsari con imitazioni diffuse in tutti i continenti dal Meer-secco al Kressecco, dal Semisecco e al Consecco, ma è stata smascherata dalla Coldiretti la vendita anche del Whitesecco e del Crisecco.  Il falso Made in italy alimentare vale 100 miliardi nel mondo dove 2 prodotti su tre che richiamano all’Italia non hanno in realtà nulla a che vedere con il tessuto produttivo ed occupazionale nazionale.

Il presidente Zaia: «Scandaloso che l’UE dia corso a procedure simili»

«Ogni tanto ci riprovano, come un vecchio tormentone. Ma il Prosecco ha una sua identità che non può essere assolutamente confusa. È scandaloso che l’Europa consenta di dare corso a simili procedure: non si tratta soltanto di scongiurare la confusione sui mercati ma di salvaguardare un diritto identitario. Stiamo parlando di prodotto che riconosciuto con la massima denominazione, la DOCG, con precise zonazioni. A riguardo vale la pena ricordare che le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono Patrimonio dell’Umanità Unesco; è come se qualcuno andasse ad intaccare la denominazione dello Champagne o altre realtà ben radicate a specifici territori e culture». Sono le parole del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, alla notizia che delle autorità croate hanno avviato la procedura di riconoscimento della menzione tradizionale «Prosek»

«Di fronte all’Ungheria abbiamo dovuto rinunciare al nome del Tocai, nonostante fosse prodotto anche da noi – prosegue Zaia -. In questo caso non si deve assolutamente cedere sotto il profilo identitario. La difesa non è solo un atto di. protezionismo agricolo, economico o commerciale. È una difesa della nostra storia e della nostra identità: il Prosecco non è un vino nato pochi giorni fa; è un vino che si identifica con la nostra storia, i nostri territori, le nostre regioni e l’Italia. I Croati sono nostri vicini di casa e amici, abbiamo ottimi rapporti. Ma ci sono temi sui quali non si può transigere e uno è questo. Bisogna impugnare questo provvedimento a tutti i livelli».

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