Il Prosecco veneto traina l'export «Made in Italy» che vola: nel 2021 crescita del +9%

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Il food and beverage «Made in Italy» spopola all’estero, trainato da l Prosecco veneto, eccellenza riconosciuta a livello mondiale. L’alimentare italiano, infatti, ha fatto registrare il record storico nelle esportazioni con un balzo dell’8,9% nel 2021 dopo essere stato l’unico settore in crescita anche nell’anno precedente con un valore di 46,1 miliardi, a differenza di altri simboli del «bello italiano» come moda e arredamento crollati per la pandemia. Un successo che merita un brindisi col Prosecco, il vino più bevuto, con 120 mln di bottiglie stappate nel mondo. É quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nei primi cinque mesi del 2021.

Export Made in Italy: i dati paese per paese

Un risultato ottenuto nonostante le difficoltà degli scambi commerciali e il lockdown in tutti i continenti della ristorazione che ha pesantemente colpito la cucina italiana ma anche favorito il ritorno in tutti continenti alla preparazione casalinga dei pasti con il boom delle ricette Made in Italy. L’ emergenza sanitaria Covid ha provocato una svolta salutista nei consumatori a livello globale che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere come quelli della dieta mediterranea. E si attende nei prossimi mesi l’impatto positivo sulle vendite all’estero della vittoria agli europei di calcio che hanno dato prestigio all’immagine del Made in Italy.

Tra i principali clienti del Made in Italy a tavola ci sono gli Stati Uniti che si collocano al secondo posto ma fanno registrare l’incremento maggiore della domanda con un balzo del 14,2% favorito dall’entrata in vigore l’11 marzo 2021 dell’accordo tra il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente Usa Joe Biden sulla sospensione di tutte le tariffe relative alle controversie Airbus-Boeing che ha eliminato i dazi aggiuntivi del 25% alle esportazioni in Usa di Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi, cordiali e liquori come amari e limoncello. Positivo l’andamento anche in Germania che si classifica al primo posto tra i Paesi importatori di italian food con un incremento del 5,4% lo stesso della Francia che si colloca al terzo posto mentre al quarto la Gran Bretagna dove a causa della Brexit, con l’appesantimento dei carichi amministrativi, l’export alimentare crolla dell’8,4%.

Coldiretti: «Bene la ripresa, necessario migliorare vie di comunicazione»

«L’Italia può ripartire dai punti di forza con l’agroalimentare che ha dimostrato resilienza di fronte la crisi e può svolgere un ruolo di traino per l’intera economia» ha affermato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy serve anche agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo».

Ti potrebbe interessare