Green pass obbligatorio per le attività al chiuso dal 6 agosto. Arriva l'ufficialità

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Dal 6 agosto il green pass sarà obbligatorio per accedere a buona parte delle attività al chiuso. Il governo Draghi, nella serata di giovedì 22 luglio, ha ufficializzato le nuove misure per arginare la diffusione della variante delta del SARS-CoV-2. Per accedere a bar e ristoranti al chiuso, cinema, teatri, palestre, piscine, centri termali, stadi, musei, sagre congressi e grandi eventi, bisognerà quindi attestare l’avvenuta vaccinazione (basterà una sola dose, almeno in questa prima fase), o la guarigione dal COVID-19 negli ultimi sei mesi, o l’effettuazione di un tampone con esito negativo nelle 48 ore precedenti. I bambini sotto i 12 anni non rientrano nell’obbligo.

La misura restrittiva entrerà in vigore dal 6 agosto per dare tempo alle strutture di organizzare le modalità con cui effettuare i controlli. Al momento non è previsto l’utilizzo del green pass per luoghi di lavoro e mezzi pubblici, ma Draghi ha già annunciato che eventuali misure di questo tipo verranno discusse nelle prossime settimane (discussione che sarà particolarmente urgente a partire da settembre, con la ripresa delle attività lavorative).

Nonostante il green pass, restano chiuse le discoteche, per cui verrà istituito un fondo per erogare sostegni economici.

Più peso ai ricoveri per il passaggio tra fasce di rischio, si salva il Veneto

Cambiano anche i parametri per l’assegnazione delle fasce colorate di rischio alle regioni. Le ospedalizzazioni avranno più peso rispetto al numero di contagi – coerentemente con il fatto che, con tante persone vaccinate, è lecito aspettarsi anche con più contagi, il numero di persone che sviluppano forme gravi di COVID-19 resti basso. Per passare in zona gialla dovranno risultare occupati il 10% dei posti in terapia intensiva, e il 15% nei reparti ordinari. 20% in terapia intensiva e 30% nei reparti, per la zona arancione, e rispettivamente 30 e 40% per la zona rossa.

L’ufficializzazione di quest’ultima misura – di cui si parlava già da diversi giorni – evita al Veneto un passaggio in zona gialla già a partire dalla prossima settimana, cosa che si sarebbe verificata con i vecchi parametri, visto che i contagi hanno superato quota 50 ogni 100 mila abitanti. Per lo stesso dato, però, l’Unione Europea – nello specifico l’ECDC, il centro controllo malattie europeo – ha comunque classificato il Veneto in “zona arancione”, la seconda fascia meno grave delle quattro possibili. Come il Veneto, in Italia, soltanto Sardegna, Sicilia, e Lazio.

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