Lockdown e smart working, allarme «peso»: aumento medio di quattro kg a persona

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La pandemia ha cambiato le abitudini alimentari e lo stile di vita di molti veneti che con lockdown, gli effetti dello smart working e la chiusura delle palestre fanno ora i conti con la bilancia. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti su dati Crea diffusa in occasione del World Obesity Day che si celebra in tutto il mondo il 4 marzo e che quest’anno è condizionato dalle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. «Trascorrere maggior tempo tra le mura domestiche, ridurre l’attività sportiva non ha giovato: computer,  divano e tavola hanno, infatti, tenuto lontano dal moto e dallo sport – rileva Coldiretti – addirittura oltre la metà (53%) degli italiani».

La situazione peggiora per le persone obese – continua la Coldiretti -, soprattutto per quelle collocate in lavoro agile e in cassa integrazione, che nel 54% dei casi ha registrato un aumento medio di peso di ben 4 chilogrammi, secondo una ricerca della Fondazione Adi dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica.

«Ma l’aumento di peso è legato – nota la Coldiretti – anche alla maggiore tendenza a cucinare per sé e per i familiari, in orari fuori abitudine legati al rispetto delle ordinanze. Il risultato è la crescita della spesa alimentare delle famiglie al top del decennio con un balzo del +7,4% nel 2020 secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea. Il trascorrere delle settimane in casa – precisa la Coldiretti – ha peraltro modificato progressivamente l’atteggiamento dei consumatori nei confronti del cibo a favore del paniere “cuochi fai da te” (uova, farina, lievito, burro, zucchero, olio) per effetto della tendenza a sbizzarrirsi in cucina preparando pasta, torte, pizze e biscottiı.

«Un comportamento che ha reso necessario per molti italiani adottare un regime alimentare di recupero e “sgonfiamento” in un Paese dove peraltro più di un terzo della popolazione italiana adulta – conclude la Coldiretti – è in sovrappeso, mentre una persona su dieci è obesa (9,8%) con il 45,1% di persone dai 18 anni in avanti in eccesso ponderale secondo l’Istituto superiore di sanità.

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