Veneto, i ristori che mancano: 3 miliardi arrivati, 45 quelli andati in fumo

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Veneto, i ristori per le attività economiche colpite dalla pandemia non bastano: ad oggi, il Governo ha erogato 3 miliardi di euro di aiuti a fronte di perdite per mancato incasso di 45 miliardi.

Di fronte a tale somma, certamente importante, i 3 miliardi di euro di aiuti diretti erogati fino ad ora dal Governo alle attività economiche venete colpite dal Covid sono stati del tutto insufficienti a lenire le difficoltà subite dagli imprenditori. Lo comunica l’ultimo report dell’Ufficio studi della Cgia.

Veneto: tasso di copertura danni del 6,6% con i ristori erogati fino ad oggi

Rapportando questi 3 miliardi alla stima riferita alle perdite di fatturato registrata l’anno scorso dalle imprese della nostra regione, importo che si aggira attorno ai 45 miliardi di euro, si deduce che il tasso di copertura è stato pari al 6,6 per cento: un’incidenza molto bassa. E in attesa dei nuovi ristori previsti nei prossimi giorni, l’arrabbiatura e il malessere tra gli operatori economici continua ad aumentare.

Gli artigiani veneti tengono comunque a ribadire: lo Stato, le Regioni le autonomie locali hanno il diritto/dovere di introdurre tutte le limitazioni alla mobilità e alle aperture delle attività economiche. Tutelare la salute pubblica è il dovere primario dello Stato. È necessario, però, intervenire affinché gli operatori che sono costretti a chiudere l’attività per decreto vengano aiutati economicamente.

Le imprese che hanno subito i contraccolpi più negativi della crisi, ovvero quelle che hanno dovuto chiudere per decreto, con i ristori erogati dall’Esecutivo hanno raggiunto un livello medio di copertura del calo del fatturato del 25 per cento circa.

Le misure di sostegno al reddito approvate dal Governo Conte, infatti, sono andate in larga parte alle attività che hanno registrato un crollo del giro di affari di almeno il 33 per cento rispetto al 2019. Resta il fatto che anche per queste realtà gli aiuti economici sono stati insufficienti. Si stima che dei 45 miliardi circa di riduzione del fatturato registrata nel Veneto nel 2020, almeno 18 miliardi sarebbero ascrivibili alle imprese dei settori che sono stati costretti a chiudere per decreto.

Cgia: «Passare da ristori a veri e propri rimborsi»

I ristori, fa sapere la Cgia, andrebbero sostituiti con veri e propri rimborsi. In altre parole si ritiene necessario uno stanziamento pubblico che compensi quasi totalmente sia i mancati incassi sia le spese correnti che continuano a sostenere. La stessa cosa andrebbe definita anche per i settori che seppur in attività è come se non lo fossero come le imprese commerciali ed artigianali ubicate nelle cosiddette città d’arte che hanno subito il tracollo delle presenze turistiche straniere.

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