Allevamenti veneti in crisi: chiusure e speculazioni minacciano il settore

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Allevamenti veneti in crisi a causa delle limitazioni anti covid , che hanno ridotto i consumi e messo in stand-by il settore della ristorazione, e delle speculazioni sui prezzi. Nonostante la crescita dei dati riguardanti l’acquisto o l’adozione degli animali da compagnia, l’allevamento a scopo alimentare è in pericolo.

Lo fa sapere la Coldiretti: nell’anno della pandemia, registrato un vero e proprio boom di adozioni con un aumento del 15% di cani e gatti, ma riscontrati anche grosse perdite per il settore dell’allevamento a scopo alimentare.

Allevamenti veneti in crisi: i dati e le perdite del settore

Il lock down ha messo in difficoltà l’allevamento veneto in particolare il comparto lattiero-caseario, con pesanti ricadute sulle stalle che forniscono la materia prima. il recente report agroalimentare di Veneto Agricoltura lo conferma: la chiusura del canale Horeca con crollo dei consumi fino al 50% e l’azzeramento dei flussi turistici, insieme alla riduzione dell’export (fino a – 15% per il grana padano) hanno causato situazioni di eccedenza di latte (primavera) con crollo dei prezzi. Il prezzo del latte alla stalla diminuisce del -6% fermandosi ad una media annua pari a circa 36,5 euro/100 lt.

Anche il comparto zootecnico da carne veneto ha subito gli effetti del Covid 19 seppure in maniera diversa a seconda della filiera produttiva. In forte diminuzione le macellazioni di bovini del -15%, soprattutto dei vitelli a carne bianca che hanno un importante sbocco nella ristorazione nonostante il sostegno della domanda domestica (+4,5% in volume).

In crisi anche il comparto suinicolo regionale: i costi alla produzione si aggirano su 1,40 euro al chilo, mentre i capi sono pagati 30 centesimi in meno e il prezzo sostenuto dal consumatore al supermercato triplica. Un comparto vulnerabile anche per l’ingresso della produzione estera ancora poco regolamentata.

Alla difficile situazione si aggiunge la piaga delle pratiche sleali con molte segnalazioni da Nord a Sud d’Italia dove il latte viene sottopagato agli agricoltori.

La crisi dell’allevamento veneto, un problema regionale da non sottovalutare

L’addio alle attività ha riguardato la pianura e soprattutto la montagna e le aree interne più difficili dove mancano condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori. A preoccupare ora sono gli effetti dello stop al turismo invernale destinato ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma sull’intero indotto delle vacanze in montagna, dall’attività dei rifugi alle malghe con la produzione dei pregiati formaggi.

La zootecnica veneta è un settore strategico che produce eccellenze di alta qualità. L’indotto in termini di occupazione e sviluppo economico è importante, per questo un ulteriore peggioramento delle condizione economiche del settore creerebbe disagi non solo economici, ma anche sociali. La situazione necessita di soluzioni efficaci e strategie nuove da adottare sul medio lungo periodo per ridare stabilità ad un comparto fondamentale per la regione.

 

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