Pensioni Veneto, la beffa dell'aumento di un euro, mentre cala del 30% il potere d'acquisto

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Pensioni Veneto, Anp denuncia un incremento insufficiente delle pensioni. La voce della protesta è Giuseppe Scaboro, presidente dell’Anp – Associazione nazionale pensionati di Cia Veneto «Dal 1° gennaio del 2021 migliaia di pensionati veneti riceveranno un aumento da 1 a 3 euro al mese sulla propria pensione, un incremento che sa di beffa. Negli ultimi dieci anni le pensioni hanno perso il 30% del potere d’acquisto. Le minime vanno portate dagli attuali 515 euro a 650 euro al mese»

Pensioni Veneto, la posizione di Anp

«Dal 1° gennaio del 2021 migliaia di pensionati veneti riceveranno un aumento da 1 a 3 euro al mese sulla propria pensione, già ridotta ai minimi termini. Un incremento ridicolo, che in questo periodo di emergenza sanitaria, e conseguente crisi economica, suona come una beffa» spiega Scaboro, aggiungendo poi che «nell’ultimo decennio la perdita del potere d’acquisto delle pensioni è stata dell’ordine del 30%. Molti dei nostri associati fanno fatica ad arrivare non alla quarta settimana, ma addirittura alla seconda del mese”

Un problema serio aggravato ulteriormente dall’arrivo della pandemia che ha provocato un  peggioramento delle condizioni di vita di tanti anziani, evidenziando ancora più marcatamente un grave problema sociale.

Pensioni Veneto, le richieste di Anp

«È per questo – aggiunge il presidente di ANP – che chiediamo un trattamento migliore per chi ha lavorato duramente durante la sua vita. È necessario l’incremento delle pensioni a 650 euro al mese, a fronte degli attuali 515 euro al mese della minima. Altrimenti gli agricoltori sono costretti a rimanere a lavoro nei campi fino a tarda età, non favorendo così il ricambio generazionale. Occorre poi stabilizzare la quattordicesima fino a tre volte il trattamento minimo, cioè 1.520 euro mensili, e ridurre proporzionalmente il carico fiscale sulle stesse pensioni, che è il più elevato d’Europa».

Anp richiede inoltre “piene indicizzazioni, al 100% cioè, delle pensioni basse e medio alte che da anni sono penalizzate. In pratica, un sistema di adeguamento all’incremento del costo della vita.«Stiamo promuovendo incontri e videoconferenze con tutti gli schieramenti politici, di maggioranza e opposizione – aggiunge Scaboro – affinché portino tali questioni nei tavoli relativi alla nuova Legge Finanziaria».

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