Veneto, è recessione: il 63% degli imprenditori non assumerà

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In Veneto la recessione portata dalla pandemia da Covid imperversa. Metà degli imprenditori vedono il ritorno ai livelli pre-crisi non prima della fine del 2021. E il 63% ha dichiarato che non assumerà. Sono solo alcuni dei dati raccolti dall’indagine di Confartigianato Imprese Veneto, che ha intervistato 1.500 imprenditori veneti, a due mesi e mezzo dall’uscita dal lockdown.

Dati e percentuali che mostrano un’imprenditoria preoccupata, con molte domande e in attesa di risposte, ma con voglia di ripartire. Imprenditori che in questo momento sono concentrati a mantenere la continuità aziendale, come dichiara il 76% dei rispondenti. Si respira un clima di incertezza: molti hanno congelato gli investimenti programmati, alcuni vi hanno rinunciato definitivamente. Ma c’è anche chi si rimbocca le maniche e si mette al passo con i tempi, come a Vicenza, dove un artigiano su 4 ha attivato e-commerce o consegne a domicilio.

Il 63% degli imprenditori non farà nuove assunzioni

Nonostante gli sgravi sulle contribuzioni, rispetto alla possibilità di effettuare nuove assunzioni gli imprenditori si sono mostrati incerti: il 63% degli intervistati ha dichiarato che non assumerà. Un lato positivo però c’è: oltre un terzo dei rispondenti prenderà in considerazione la possibilità di assumere. I settori che vedono più opportunità sono quello delle costruzioni, in aumento anche grazie alle detrazioni del super bonus 110%.

Incertezza sugli investimenti

La recessione in Veneto si rispecchia anche negli investimenti: oltre la metà delle imprese che ne avevano previsti – il 66% rispetto al totale – li hanno sospesi, e il 7,9% vi hanno rinunciato in via definitiva. Focus degli imprenditori veneti in questo momento è trovare soluzioni per ridurre i costi aziendali e dare continuità all’azienda. Tra i fattori di incertezza non c’è solo l’economia attuale, ma anche il panorama di sicurezza sanitaria. Alla domanda in cui si chiedeva dov’è opportuno intervenire in caso di un ritorno del virus, prevale una risposta di tipo preventivo: potenziare il sistema sanitario, obbligare tutti ad un uso rigoroso di mascherine e incentivare il ricorso ai tamponi. Insostenibile l’ipotesi di un nuovo lockdown e mal digerita anche l’ipotesi del tracciamento generalizzato degli spostamenti.

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Il presidente di Confartigianato:«Servono investimenti»

«Incentivare l’occupazione in questo momento da solo non basta, è necessario sostenere gli investimenti che, questi si, portano in dote nuova occupazione – sostiene il presidente di Confartigianato Imprese Padova Roberto Boschetto -. Le risorse messe in campo dal Governo siano dedicate alle leve per favorire gli investimenti. Ne va del futuro delle prossime generazioni. Promosso da 1 imprenditore su 2 la cassa integrazione allungata di 18 settimane per tenere la forza lavoro legata alla azienda. Il prolungamento della cassa risponde all’esigenza specifica delle MPI di continuità dell’impresa che, nella professionalità dei collaboratori fondano la gran parte del loro successo. Si spiega dunque l’importanza assegnata allo strumento, positivo anche a fronte del vincolo del divieto al licenziamento. Anche il rischio che ci siano aziende che chiudono per impossibilità di conciliare il divieto al licenziamento per poi riaprire, pur presente, per i due terzi degli artigiani sarà un fenomeno contenuto. Fondamentale dunque la politica di rilancio del green new deal, investimenti su tecnologie digitali, nonché l’attenzione per processi di reshoring in modo da attivare segnali di crescita della domanda».

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