Derivati «tossici», la sentenza che fa (ben) sperare 16 enti locali del Veneto

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Ci sono anche 16 enti locali del Veneto fra le 98 amministrazioni italiane che potranno annullare i contratti sui derivati venduti dalle banche negli ultimi vent’anni, e che quindi non saranno più costretti a liquidare cifre esorbitanti per estinguere l’accordo. Lo scorso 12 maggio infatti la Cassazione ha emesso una sentenza che dichiara nullo il contratto sui derivati venduti da una banca al Comune di Cattolica, perché quest’ultimo si era impegnato a spendere una cifra non definita. L’ultima rilevazione di Bankitalia sulle operazioni in derivati con banche operanti in Italia, eseguita a dicembre 2019, dice anche che per chiudere il contratto in quel momento i 16 enti locali del Veneto avrebbero dovuto sborsare 117 milioni di euro in tutto.

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Alvise Maniero, deputato M5S veneziano, ricorda che «in passato, non si sa bene con che criterio, anche la Regione Veneto ha sottoscritto due prodotti finanziari di questo tipo e adesso ritengo debba provvedere a reclamarne la nullità, e riportare alle casse dei cittadini i loro soldi. I nostri consiglieri Veneti, e sopratutto Jacopo Berti, sono già da anni noti per la battaglia fatta su quegli obbrobri: ora potranno avere addirittura la Cassazione a dare loro ragione». Per Maniero «questa sentenza della Cassazione a sezioni unite è una vera e propria stangata sui denti a tutte le banche che hanno fatto le furbe con le casse pubbliche, vendendo a Comuni, Regioni e anche allo Stato titoli tossici che negli ultimi vent’anni sono costati decine di miliardi delle nostre tasse, un precedente che va valorizzato al massimo, perché potrebbe liberare decine e decine di enti locali e forse anche lo Stato da contratti-truffa che sono costati somme terrificanti ai cittadini». Maniero annuncia anche da lunedì la Commissione d’Inchiesta sul sistema Bancario e Finanziario inizierà una serie di audizioni con gli esperti per fare chiarezza e capire come procedere.

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