La veneta Weerg stampa in 3D visiere protettive e le regala agli ospedali

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Visiere protettive stampate in 3D e consegnate in tempi record a ospedali e case di riposo: continue richieste da tutta Italia, consegneranno le ultime 500 alla protezione civile. È il frutto della collaborazione tra l’azienda veneta Weerg e dalla romana PressUP, per rispondere alla crescente domanda di dispositivi sanitari. E parte l’appello a tutti i makers d’Italia.

«Dalla nostra sede di Gardigiano stiamo gestendo i canali socialspiega l’imprenditore veneziano Matteo Rigamonti, fondatore di Weerg -. Attraverso le numerose condivisioni, la notizia ha fatto il giro d’Italia in poche ore e continuiamo a ricevere richieste, molte da ospedali e case di riposo».

E da Weerg e PressUP parte quindi un appello a tutti i makers d’Italia che abbiano accesso anche solo a una piccola stampante 3D: c’è l’esigenza di creare network produttivi, con la visione ottimistica che in un prossimo futuro queste collaborazioni possano contribuire a far ripartire l’economia quando l’emergenza sarà rientrata. «A chi possiede queste attrezzature o frese digitali chiediamo di fare rete con noi chiede Vincenzo Cirimele, ceo di PressUP -. Possiamo condividere in opensource tutti i dettagli del progetto per poter far fronte alla domanda che ci ha travolti».

Asse produttivo Venezia-Roma

Il progetto ha potuto prendere vita solo grazie all’unione strategica tra il reparto 3D Printing di Weerg sito in Veneto con la produzione digitale e la logistica di PressUP nel Lazio. Una vera e propria linea produttiva Venezia – Roma in tempi record. 

Weerg, e-commerce italiano che offre online lavorazioni CNC e stampe 3D, produce in nylon PA12 le strutture delle visiere che vengono successivamente inviate al sito produttivo di PressUP, alle porte di Roma. Qui, nella sede della tech-company romana leader nei servizi di stampa online, si tagliano gli schermi da fogli in PET da 0,5 mm utilizzando frese computerizzate, si stampano le istruzioni per l’assemblaggio e si gestiscono le spedizioni.

Queste visiere, precisano le aziende, non sostituiscono le mascherine ma rappresentano una barriera in grado di proteggere gli operatori sanitari dagli starnuti e dalla saliva dei pazienti, creando uno schermo per tutto il volto contro le infezioni, fornendo quindi un valido supporto nella salvaguardia di chi opera in prima linea per combattere il Coronavirus.

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