Quanto piace il lavoro sui campi: dal blogger al responsabile marketing, è boom di domande

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Lavoro campi Veneto, è boom di domande. Chi per mancanza di lavoro, chi per solidarietà: da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus in Veneto sono arrivate più di 1500 richieste di poter “dare una mano” nei campi. A colpire è anche la grande eterogeneità delle domande: operai e storici dell’arte, blogger e cassa integrati,  laureati di tutti i tipi e responsabili marketing oltre a tanti lavoratori “stagionali” del settore turistico. Le domande sono arrivate dopo l’appello di Coldiretti che sottolineava la mancanza di lavoratori stranieri per la raccolta degli ortaggi, che mette a rischio più di ¼ del Made in Italy che viene raccolto nelle campagne con 370mila braccianti che arrivano ogni anno dall’estero.

«Voglio offrire il mio contributo per aiutare l’agricoltura italiana», scrive una studentessa del veneziano, e riflette ciò che ha spinto moltissimi giovani – il 60% delle richieste sono arrivate da persone tra i 20 e i 30 anni – a mettere “le mani in pasta” e darsi da fare. Viste le numerose richieste, Coldiretti ha quindi riabilitato Jobincountry, lo sportello per cercare lavoro nel campo dell’agricoltura e in cui ora possono arrivare tutte le domande.

L’unico tassello mancante, spiega Coldiretti, è il metodo per pagare questi giovani volenterosi: l’unica soluzione, se si vuole evitare il lavoro in nero, è l’utilizzo dei voucher semplificati, molto voluti dall’assessore Giuseppe Pan, che per vedere la luce devono aspettare l’ok dal Governo.

Lavoro campi Veneto: l’identikit dei 1500 richiedenti

Da quando è iniziata la quarantena, sono arrivate moltissime richieste di poter lavorare nei campi. Tra i richiedenti troviamo persone di tutte le età (in maggioranza giovani), occupazioni ed estrazioni sociali: in generale possono però essere divisi in due gruppi. Da una parte troviamo i disoccupati, nella fattispecie lavoratori nel campo dell’ospitalità e della ristorazione del litorale, che in questo periodo di emergenza si sono trovati senza lavoro.

Dall’altra un mix disomogeneo di studenti universitari, blogger, laureati e storici dell’arte – quasi tutti del veronese – che, vista la situazione di difficoltà delle aziende agricole, sono voluti intervenire spontaneamente. Un interesse alla campagna da parte dei giovani, che negli ultimi anni si è fatto sempre più forte.

Presidente Coldiretti: «rischiamo di compromettere la raccolta»

«Di fronte alle incertezze e ai pesanti ritardi che rischiano di compromettere le campagne di raccolta e le forniture alimentari della popolazione siamo stati costretti ad assumere direttamente l’iniziativa – sottolinea Ettore Prandini, presidente della Coldiretti -. C’è la necessità di introdurre al più presto i voucher semplificati in agricoltura limitatamente a determinate categorie e al periodo dell’emergenza, senza dimenticare la ricerca di accordi con le Ambasciate per favorire l’arrivo di lavoratori stranieri che nel tempo hanno acquisito spesso esperienze e professionalità alle quali ora è molto difficile rinunciare».

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