Coronavirus, quarantena prolungata di altri 10 giorni dopo Pasquetta

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L’ultimo decreto sul Coronavirus, firmato pochi giorni fa dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte dava al 13 aprile la “fase 2”, ovvero la riapertura (graduale) del paese, in cui convivere con il virus con tutte le precauzioni necessarie.

Restava la paura che in Italia potesse succedere come a Hong Kong, che, con il ritorno della “normalità” post-quarantena, è ritornato pure il virus, causando un nuovo aumento di contagi. Come riporta Il Gazzettino, da Palazzo Chigi sottolineano che  situazione deve “servire da monito anche per noi“.

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Giuseppe Conte sta quindi valutando l’opzione di tenere il paese in quarantena per almeno altri 10 giorni dopo Pasquetta, arrivando così al 23 aprile, con riapertura scaglionata dell’Italia – partendo ovviamente dalle attività più essenziali – solo da maggio in poi, in base all’andamento del contagio da Covid-19.

Cosa succederà il 14 aprile?

Dopo il 14 aprile lo scenario più ottimista è che con molta cautela passi lo «stato di necessità», e quindi si possa ottenere il permesso di uscire di casa per andare in altre categorie di negozi (meno “necessari” degli alimentari, sicuramente) alla volta – le cartolibrerie e i negozi di intimo, per esempio -, e quindi allargando il numero di codici Ateco che possono rimanere aperti. Oltre a queste piccole riaperture, non è escluso che si possa iniziare a regolamentare “l’ora d’aria” per i bambini. Tutte ipotesi che potrebbero essere bloccate dalle regioni, che, come sappiamo, detengono parecchio potere decisionale.

Si sta inoltre valutando, per riuscire a mappare i contagi, di sviluppare app con tecnologia bluetooth (più affidabile di gps o celle telefoniche), e geolocalizzare le persone, controllando la corsa e l’evoluzione del virus.

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Prima di tornare alle vite precedenti, il fattore Ro – che determina la velocità di propagazione del contagio – dovrebbe scendere sotto l’1. Prima di allora, niente riaperture. E per calcolarlo servono molte analisi, per capire se una percentuale di popolazione si sia inconsapevolmente immunizzata, sviluppando degli anticorpi al Sars-Cov-2.

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