Cgil: «Massima sicurezza in aziende o sospendere la produzione»

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Da tutto il Veneto segnalazioni di lavoratori che operano in fabbriche, laboratori, uffici, bar e negozi in condizioni fuori dalle norme di sicurezza per il coronavirus. A comunicarlo è la Cgil Veneto, che si dice pronta a sostenere tutte le misure necessarie perché si possa operare in sicurezza e tutelare il lavoro, anche al costo di fermare la produzione.

«Condividiamo tutte le misure adottate dal Governo per fermare il contagio da Coronavirus, che sta mettendo a rischio la salute di tantissimi cittadini, a partire dai più fragili – dichiara Christian Ferrari, segretario generale Cgil del Veneto -. Noi stessi, nella nostra attività quotidiana e nel funzionamento delle nostre sedi, ci atteniamo scrupolosamente alle massime regole di prevenzione. Invitiamo le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati – tutti – a fare altrettanto. Questo deve avvenire sia fuori che dentro i luoghi di lavoro. Nelle aziende va garantito il rispetto tassativo delle prescrizioni previste nei provvedimenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e delle autorità competenti. Gli strumenti per raggiungere l’obiettivo “massima sicurezza” per chi lavora sono molteplici. Innanzitutto il tele-lavoro, che va adottato in tutti i casi in cui è possibile.

Per chi invece – ed è la stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori – è costretto a stare in azienda, bisogna ricorrere alla immediata riorganizzazione della produzione e – laddove si riveli inevitabile – alla riduzione delle attività, anche attraverso l’attivazione degli ammortizzatori sociali. Come sindacato siamo a disposizione per fare accordi in ogni fabbrica che vadano in questa direzione – continua il segretario generale -. Dove la massima sicurezza non viene garantita, e sono tante le segnalazioni in tal senso che ci arrivano dai territori, va sospesa l’attività produttiva. La salute dei lavoratori e delle loro famiglie, che poi incide più complessivamente sulla salute pubblica, viene prima di ogni altra cosa. Su questo punto non possiamo transigere».

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