Petrolio, prezzi in calo nonostante i tagli

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Che cosa sta accadendo al prezzo del petrolio in questo periodo? I tagli stabiliti dall’Opec, l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio non sembra abbiano prodotto grandi risultati, come diversamente si sperava per quanto riguarda le quotazioni del Brent e del WTI, con i paesi produttori interni che hanno fatto quadrato per cercare di invertire questa nuova tendenza economica, relativa sia alle materie prime in generale, ma nello specifico che ha reso il prezzo del petrolio instabile in questi ultimi tempi.

Taglio Opec: la parola agli analisti

Secondo gli analisti economico e finanziari sono arrivati a porsi il seguente quesito: che cosa sta accadendo al petrolio, un settore che interessa e che può mettere in fibrillazione la nostra industria? È un dato di fatto: il petrolio sta diventando gradualmente meno importante per quanto riguarda le leve economiche, motivo per cui non rappresenta più un rifugio sicuro in termini di investimento.

Petrolio e trading online

In chiave di trading online abbiamo più volte spiegato come questo 2019 sia stato un anno particolare per il petrolio, con un’oscillazione e una volatilità senza precedenti, che ha visto di fatto franare il prezzo del petrolio nonostante ci siano stati provvedimenti ad hoc, come i tagli dell’Opec, che però entreranno in vigore solo dopo il primo gennaio 2020. Gli effetti sperati tuttavia non hanno garantito la ripresa in cui molti investitori avevano creduto, ed è una cosa piuttosto insolita, visto che il petrolio garantisce di norma una certa solidità a questo tipo di investimento.

Gli effetti del braccio di ferro Usa vs Cina

Gli analisti più esperti e navigati hanno già sentenziato come questo trend sia un effetto prolungato del braccio di ferro tra Usa e Cina, dove appunto lo spauracchio dei dazi doganali si estende anche sul mercato del petrolio, visto che una possibile risoluzione appare tutt’altro che scontata. Si registra di fatto una nuova flessione, sia per il pezzo del Brent, sia per la quotazione del WTI, con un aumento della volatilità che per un mercato sicuro come quello del petrolio non ha grandi precedenti e rende un quadro analitico molto più complesso del solito.

Effetti positivi per il mercato del greggio

Tuttavia a rendere positiva questa fase di transizione per il petrolio c’è da registrare come le speculazioni avvenute subito dopo i tagli dell’Opec abbiano prodotto buone performance in termini di scambio sul breve periodo. È una fase di attendismo dove gli investitori più capaci sapranno come trarne profitto, visto che l’instabilità del petrolio dovrebbe caratterizzare la conclusione del 2019, così come l’inizio del nuovo anno.

Il mercato fisico 

Per avere un quadro della situazione maggiormente esaustivo, bisogna però valutare anche il mercato fisico del petrolio, visto che durante la seconda parte del 2019 i consumi non sono andati bene come al solito e dove soprattutto alcune qualità di greggio diventano sempre più care, oltre che rare. In effetti gli scenari possibili tra la domanda e l’offerta del petrolio indicano come sia diventato instabile e più complesso il mercato di un commodity che per lungo tempo ha sempre rappresentato un porto sicuro la quotazione in borsa per l’oro nero, così come per le maggiori materie prime presenti sul paniere dei beni.

Che sia dovuto almeno in parte al crollo dei margini di raffinazione? Da un lato c’è l’offerta che diminuisce in alcuni momenti dell’anno, mentre sul mercato fisico, sta facendo la differenza la richiesta di alcune qualità di greggio. Tuttavia questo tipo di speculazioni, specialmente in passato, hanno favorito il mercato del petrolio, specialmente in termini di Wti e di Brent, garantendo al prezzo del petrolio una spinta necessaria per chiudere in attivo il bilancio semestrale del 2019.

Nel quadro bisogna inoltre analizzare anche la buona performance dell’indice S&P 500, che negli ultimi 6 mesi è passato da 2.886,73 all’attuale 3.145,73, che rappresenta la migliore performance per l’intero anno.

 

 

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