Autonomia, vertice tra Zaia e il ministro Boccia il 23 settembre

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Continuano le schermaglie tra la Regione Veneto e il nuovo governo sull’autonomia. Dopo il botta e risposta di ieri 12 settembre anche oggi sono le parole del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia a causare nuove scintille.

Intanto però il neo ministro ha annunciato per lunedì 23 settembre un incontro con il governatore Luca Zaia a Venezia: «Voglio andare personalmente sui territori e incontrare i presidenti a casa loro – ha spiegato Boccia -. Sono qui per ascoltare le ragioni di tutti e per costruire insieme risposte adeguate. Non alimenterò mai scontri politici, anzi ghandianamente porgerò sempre l’altra guancia. Le richieste avanzate da Fontana e Zaia sono un punto di partenza di parte. Rispettabile, ma di parte».

Il ministro Boccia quindi attacca le regioni e il precedente governo giallo-verde, colpevoli, secondo lui, di aver bloccato il percorso verso le autonomie regionali: «Nei 15 mesi del passato governo il risultato è stato un nulla di fatto. Le motivazioni sono molteplici, da quelle politiche a quelle di merito: molte delle eccezioni poste dalle amministrazioni centrali non hanno ricevuto risposte da parte delle Regioni e viceversa. A non capirsi non erano solo i partiti dentro la vecchia maggioranza ma anche rappresentanti degli stessi partiti, seduti su sedie diverse tra Regione e ministeri».

A stretto giro la delegazione trattante del Veneto, in un comunicato, ha espresso “stupore per le parole del ministro” precisando che «fermi restando infatti i nodi politici della trattativa, che, appunto, solo in sede politica potevano essere sciolti, la Regione del Veneto tra la fine del 2018 e il 2019 ha partecipato a circa 35 incontri tecnici di approfondimento nelle diverse materie interessate dal progetto autonomistico». Aggiungendo poi: «A testimonianza del costante approccio fattivo della Regione, sempre improntato ad instaurare un positivo dialogo con i Ministeri che hanno acconsentito di addivenire a un confronto, vi sono tutti gli scambi avvenuti con il Dipartimento Affari Regionali, da cui emerge con palese evidenza la volontà della Regione di giungere ad un testo condiviso, anche aprendo alla modifica della formulazione delle originarie richieste in vista del raggiungimento di una posizione comune».

 

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