VenetoCongiuntura: le imprese investono meno, ma "meglio"

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Secondo l’indagine VenetoCongiuntura realizzata da Unioncamere Veneto, il 2018 vede un cambiamento di rotta rispetto all’anno precedente con una decrescita del numero di imprese propense ad investire e un aumento del valore dell’investimento, tendenza che si protrae anche nelle prospettive per il 2019. Il 54,9% delle imprese manifatturiere del Veneto con almeno 10 addetti, su un campione di 1.575 imprese, ha effettuato investimenti materiali e immateriali, impegnando l’11,6% di risorse in più rispetto al 2017.

Nel 2018 la propensione ad investire ha riguardato principalmente le imprese di maggiori dimensioni: l’80% delle grandi imprese e il 50,7% delle piccole imprese, mentre a livello settoriale soprattutto le imprese dei comparti gomma, plastica e metalli, intorno al 70%, a seguire alimentare, bevande e tabacco che stanno intorno al 60%.

Gli imprenditori hanno dichiarato di aver incrementato il valore investito mediamente dell’ 11,6% rispetto al 2017. La variazione più marcata nel settore carta e stampa, con un aumento del 43,5%, a seguire macchine elettriche ed elettroniche, con un aumento del 40,8%, in ultima posizione troviamo marmo, vetro e ceramica, che aumentano del 25,1%.

Gli investimenti si sono concentrati nel miglioramento dei processi produttivi: l’85,7% per l’acquisto di macchinari e impianti, il 49,6% per ottimizzare l’automazione d’ufficio. Il 36,8% ha scelto di investire in formazione e risorse umane, il 36,8% in ricerca e sviluppo, il 32,4% in fabbricati per la produzione o uffici. Il 26,6% ha puntato su energie rinnovabili e risparmio energetico.

Secondo le aspettative, nel 2019 gli investimenti cresceranno del +6,9% su base annua, in diminuzione rispetto a quanto si pensava nel 2018, quando la crescita era stimata al 12%. Sono le piccole imprese prevedono un aumento del 15,2%, in controtendenza alla leggera crescita delle imprese di medie e grandi dimensioni, che prevedono un aumento del 4,9%. I settori più promettenti l’alimentare, bevande e tabacco, con aumento stimato al 22% e il comparto del legno e mobile, in aumento del 14,3%. Pessimista risulta il settore della carta e stampa e quello dei mezzi di trasporto, rispettivamente in calo stimato del 35,8% e 5,5%.

Ti potrebbe interessare