Blocco del traffico: a Vicenza il cambio cartelli "regala" un giorno di sanzioni

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La storia ha del paradossale e parte da una domanda: perché mai nel comune di Vicenza, quando scatta il blocco del traffico a causa dello sforamento dei limiti di Pm10 nell’aria, le sanzioni a chi sgarra vengono comminate soltanto due giorni dopo l’annuncio, anziché dal giorno immediatamente successivo?

È accaduto il 18 febbraio quando la città berica, come quasi tutti i capoluoghi provinciali del Veneto, ha applicato l’allerta arancio, con il bando per tre giorni dei veicoli diesel Euro 4. Divieto valido, come vuole la norma, dal giorno successivo, cioè da martedì 19 febbraio, fino a giovedì 21.

A Padova, Venezia, Verona, Treviso e Rovigo le sanzioni scattano dallo stesso 19 febbraio. A Vicenza no: soltanto dal 20 febbraio la polizia locale può staccare le multe agli automobilisti fuorilegge, e cioè «quando tutti i cartelli stradali che ne danno comunicazione saranno stati opportunamente posizionati», dice il comunicato diramato dal comune.

Il perché di questa differenza? Lo spiega l’assessore competente Lucio Zoppello in un’intervista al Giornale di Vicenza. Il comune berico, quando nel 2017 le regioni del Nord hanno sottoscritto l’accordo di programma per coordinare i blocchi del traffico con regole comuni, ha pensato bene di acquistare tre tipi di cartelli. Uno verde, uno arancione e uno rosso: ciascuno indica le restrizioni al traffico legate al singolo livello di inquinamento nell’aria.

Mille euro di spesa per sostituire i cartelli

Così, quando scatta il blocco arancione, gli operai della ditta fornitrice (che arrivano apposta da Paderno del Grappa, Treviso) devono fare il giro della città e sostituire i 64 cartelli “verdi” con quelli “arancio”. Per completare l’operazione ci vuole una giornata intera, in cui gli automobilisti non vengono multati. Ma oltre al danno (per la salute e le casse comunali), c’è la beffa: il Comune spende ogni volta mille euro per pagare le ore di lavoro necessarie a sostituire i cartelli.

E nelle altre città? Semplice: lì sono stati acquistati e installati cartelli unici, che comprendono i tre livelli di blocco e le relative informazioni. Zoppello giustifica così la scelta vicentina (che risale, a quanto pare, alla precedente giunta Variati): «Con una tabella generica l’automobilista non sa quali sono i limiti in vigore in quel preciso momento» dice l’assessore al Giornale di Vicenza. Un fatto che «espone l’ente a numerosi e possibili ricorsi – conclude l’assessore – da parte di conducenti che possono dire di essere stati sanzionati irregolarmente».

Foto: Lucio Zoppello, assessore al territorio del Comune di Vicenza (foto Comune di Vicenza)

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