Ex popolari, il governo cerca 400 milioni per il fondo risparmiatori

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Fondo per i risparmiatori delle ex banche popolari, il governo è alla ricerca di 400 milioni di euro per rimpolpare il fondo salva-risparmiatori. L’obiettivo è di moltiplicare per cinque l’attuale dotazione di 100 milioni di euro in quattro anni, stanziata dal governo Gentiloni nella legge di stabilità 2018. Risorse destinate per il momento ai titolari di obbligazioni delle ormai fallite Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, oltre che di Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti. Ma che il governo Conte vorrebbe allargare anche agli azionisti che hanno visto azzerare il loro investimento. Ma oltre al problema della copertura, restano da risolvere alcune questioni tecniche, come spiegano Marco Mobili e Gianni Trovati sul Sole 24 Ore del 10 agosto.

Ad oggi il fondo non è ancora partito operativamente. Manca infatti il decreto attuativo, rimasto fermo nella palude fra ministero dell’Economia e Palazzo Chigi con il passaggio fra vecchio e nuovo esecutivo. Il decreto Milleproroghe al Senato ha incorporato un emendamento che impegna il governo ad attuare il decreto attuativo entro il 31 ottobre.

La manovra 2018 dovrebbe quindi, in autunno, modificare il sistema di indennizzi aumentando da 25 a 125 milioni di euro la dotazione annuale del fondo. Ma non solo: estendere la copertura anche agli azionisti, e non solo agli obbligazionisti, è l’obiettivo della maggioranza giallo-verde. Obiettivo che deve però fare i conti con le stringenti norme europee. La direttiva Brrd prevede che al burden sharing, la condivisione dei costi, si possa fare eccezione solo per le obbligazioni subordinate vendute in modo fraudolento. La delicata partita dell’estensione agli azionisti si giocherà in autunno.

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