Cooperative sociali a Padova, impatto economico da (almeno) 77 milioni

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Sono 112 le cooperative sociali presenti a Padova. Di queste, un campione significativo ha assistito nel 2015 quasi 3mila persone, soprattutto nel settore socio-assistenziale, e – peculiarità della provincia – con particolare riferimento alla situazione dei carcerati. Confcooperative-Federsolidarietà Veneto ha aderito alla ricerca promossa da Euricse secondo il modello ImpACT per monitorare il valore aggiunto e l’impatto sociale generato per il territorio dalle cooperative sociali.

È stata quindi effettuata una raccolta dati «completa, scientifica, oggettiva, affiancata da una chiara rappresentazione dei risultati per valori, indici, indicatori, che siano anche comparabili e utilizzabili dai diversi attori interni ed esterni». Data l’adesione volontaria delle cooperative alla ricerca, il campione descritto non è completamente rappresentativo della realtà della cooperazione sociale padovana, ma la rappresenta con un sufficiente grado di approssimazione.

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Le cooperative sociali della provincia di Padova che hanno depositato il bilancio sociale 2014 alle Camere di Commercio sono 112, distinte in 63 cooperative di tipo A – che si dedicano alla gestione di servizi socio-sanitari ed educativi –, 35 di tipo B – che svolgono attività agricole, industriali, commerciali o di servizi finalizzate e favorire l’inserimento nel mercato del lavoro di persone svantaggiate – e 14 plurime – che combinano gli altri due tipi. Di queste quelle che hanno risposto alla proposta di analisi sono 42, numero non elevato ma comunque significativo. Esse hanno generato nel 2014 un valore della produzione totale pari a 77 milioni 219mila 887 euro e hanno sostenuto costi del personale per complessivi 47 milioni 72mila 738 euro.

I servizi delle cooperative sociali a Padova

La provincia di Padova – nel campione qui rappresentato – emerge come uno dei territori a più elevata eterogeneità dell’azione e a più alta specializzazione delle tipologie di servizi all’interno di ciascuna cooperativa.

Delle cooperative sociali di tipo A e plurimo il 59,3% produce servizi socio-assistenziali, il 51,9% servizi socio-sanitari e seguono per numerosità le coop volte all’educazione o all’offerta di servizi culturali; per le B e plurime il settore che registra una maggiore numerosità di organizzazioni attive è quello della manutenzione del verde.

Le forme di finanziamento

Le forme più comuni di finanziamento per le coop sono i bandi, europei o indetti da fondazioni, cui ben il 42,9% delle analizzate ha partecipato nel triennio 2012/2015, per un totale di 107 bandi: l’assegnazione di un 43% degli stessi ha portato alle cooperative sociali analizzate complessivamente oltre 800mila euro da bandi europei e 380mila euro da bandi di fondazioni. Inoltre, in modo più virtuoso che in altri territori, le cooperative sociali padovane riescono ad attivare in elevata percentuale donazioni da cittadini.

Un’ulteriore fondamentale risorsa per lo svolgimento delle attività e elemento identificativo dell’operatività è rappresentata dalle strutture in cui le cooperative sociali agiscono. Stupisce – rispetto alla media regionale e a quanto rilevato in altri territori – la ridotta percentuale (meno della metà) di cooperative sociali padovane analizzate che hanno strutture di proprietà. I dati però mostrano una buona ramificazione della presenza delle cooperative nel territorio provinciale sostenuta da una rete di relazioni articolata. Sulle strutture vengono fatti significativi investimenti, il valore dei quali nel quinquennio 2011/2015 è stato di 2,8 milioni di euro.

Le risorse umane

Le 42 cooperative sociali della provincia di Padova analizzate hanno potuto contare nel 2015 sulla presenza di 2.252 lavoratori ordinari tra soci e non soci, 321 lavoratori svantaggiati certificati nelle cooperative sociali di tipo B e plurime, 482 volontari. Rispetto a questa ultima importante risorsa, le cooperative sociali della provincia di Padova risultano mediamente meno attrattive (11 volontari ciascuna) a confronto con la media regionale. Nel 2015 le cooperative sociali di Padova hanno beneficiato di circa 58mila ore di volontariato, che corrispondono alla presenza di oltre 30 lavoratori a tempo pieno presenti gratuitamente e per finalità solidali nella cooperazione sociale padovana analizzata.

In media i soci di ogni coop sono 62 e il loro tasso di partecipazione alle assemblee è del 74%, in linea con la media regionale; le donne sono coinvolte nell’83,3% dei CdA, mentre i giovani under-30 e gli immigrati soci sono presenti rispettivamente nel 59,5% e nel 28,6% delle basi sociali.

Gli assistiti

Nel 2015, il numero degli utenti complessivamente serviti presso le proprie strutture o a domicilio dalle cooperative sociali è stato di 2.919 persone. A tali beneficiari si aggiungono ben 3.889 utenti seguiti presso enti pubblici e 60.088 utenti di altre organizzazioni non profit. Coerentemente ai servizi offerti, le categorie di beneficiari cui le cooperative sociali offrono servizi sono molto eterogenee e risultano rispondere a diverse problematiche sociali: adulti con disabilità (709 beneficiari), minori e adolescenti con e senza disagio sociale (701 ragazzi) seguiti dagli utenti nell’età dell’infanzia (rispettivamente 473 nella prima infanzia e 80 nella seconda infanzia), dagli adulti con disagio sociale (225 persone), dalle persone senza fissa dimora (219), da persone con problemi di salute mentale (204) e, in misura più marginale dagli immigrati (26 utenti) e dagli anziani (7).

I servizi sono spesso individualizzati o non standardizzati e danno risposta flessibile a bisogni altrimenti non soddisfatti. Spesso le cooperative sociali sono attente a offrire ai propri utenti percorsi di crescita sociale ed occupazionale: 524 persone sono state formate nel quinquennio 2011/2015, con percorsi simili allo standard regionale, sia in termini di durata temporale che di impegno lavorativo giornaliero.

Assolutamente peculiare nel panorama regionale è la presenza nel territorio di Padova di cooperative sociali che si occupano in modo mirato del problema delle carceri e della recidiva dei carcerati. L’impatto occupazionale è comunque significativo anche per le persone con invalidità psichico-sensoriale (ulteriore 18,9%) e le dipendenze (11,8%), mentre si rileva una pressoché nulla presenza tra le cooperative analizzate di casi di immigrati riconosciuti ai sensi di legge (solamente uno).

La dimensione occupazionale

Rispetto alla dimensione dell’impatto occupazionale sui lavoratori ordinari (o normodotati), le cooperative sociali della provincia di Padova risultano avere una ricaduta abbastanza significativa: 2.252 dipendenti (tra tempo indeterminato, determinato, parasubordinato e apprendistato), 42 soggetti con contratti di lavoro accessorio, 105 consulenti o lavoratori autonomi diversamente coinvolti. Un primo indicatore di impatto può essere rilevato nella ricaduta occupazionale femminile. Risulta inoltre molto elevata anche la presenza di giovani lavoratori under 30. Un ulteriore indicatore di impatto occupazionale è generato dall’attenzione rivolta all’inclusione tra i propri lavoratori di ulteriori categorie considerate deboli sul mercato del lavoro.

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Rebecca Travaglini

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