Treno delle Dolomiti, a Bolzano percorsi a confronto

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Step decisivo, a Bolzano, per il Treno delle Dolomiti. Un anno fa, precisamente il 13 febbraio a Cortina, era è stato siglato un protocollo d’intesa dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, dal collega della provincia di Bolzano Arno Kompatscher e dal ministro delle infrastrutture Graziano Delrio. Si trattava, e si tratta ancora, di riscrivere il collegamento ferroviario Venezia-Cadore-Cortina-Val Pusteria. A beneficio dei territori attraversati, dei turisti e dei tanti pendolari che ogni giorno lavorativo, con qualche difficoltà, si spostano lungo la tratta.

Il nome è evocativo. In effetti dal 1921 al 1964 è esistito un binario a scartamento ridotto che si snodava lungo un percorso di 65 chilometri, sul quale viaggiava il treno con carrozze di colore bianco azzurro. La linea partiva da Calalzo di Cadore a quota 741 metri., raggiungeva Cortina d’Ampezzo a 1.224, superava il Passo di Cimabanche a quota 1.529 e si attestava a Dobbiaco a quota 1.217 sul livello del mare. La sistemazione complessiva della tratta da Venezia all’Alto Adige, con il ripristino del percorso tra Calalzo e Cortina, comporta lavori per un miliardo di euro. I soldi andrebbero reperiti in fondi europei, interventi governativi e altro.

Peraltro, c’è il problema dell’elettrificazione. L’assessore regionale veneto alle Infrastrutture Elisa De Berti aveva reso noto, mesi fa, che Palazzo Balbi ha ordinato nuovi elettrotreni. Sono destinati al Bellunese, e i primi arriveranno nel 2020. Naturalmente, nel caso in cui la linea non fosse elettrificata, sarebbero dirottati altrove. A seguito di recenti incontri tra la Regione e Rfi (Rete ferroviaria italiana; si occupa di infrastrutture) la questione sarebbe in via di definizione, seppure con un calendario piuttosto allungato. A quanto se ne sa, entro il 2020 il problema sarà risolto per l’anello basso, da Castelfranco a Belluno e da Conegliano sempre a Belluno. Quanto alla tratta da Belluno a Calalzo, una soluzione prima dei Mondiali di sci alpino 2021, quelli di Cortina, è alquanto improbabile.

Treno delle Dolomiti, piani a confronto

Mercoledì 22 febbraio 2017, comunque, i rappresentanti del Veneto e di Bolzano presenteranno i rispettivi piani, relativi alle tratte di competenza. Quanto al Veneto, Sistemi Territoriali (la società incaricata della progettazione) ha stilato uno studio di fattibilità che prevede due opzioni, entrambe da Calalzo a Cortina d’Ampezzo.

Il primo percorso, “Val Ansiei” , ha sette fermate: Domegge, Lozzo, Cima Gogna, Auronzo di Cadore, Tre Cime, San Marco, Cortina Centro. Corre su 48 km (18 in galleria) con un tempo di percorrenza in 70 minuti; costerebbe 745 milioni. Il secondo, “Val Boite”, di fermate ne ha cinque: Valle, Vodo, Borca, San Vito di Cadore e Cortina Centro. È meno costoso (710 milioni) e più corto (33 chilometri, di cui 23 in galleria; per 63 minuti di viaggio). Inizialmente, per entrambi i percorsi la valutazione era più bassa; poi si è deciso di disegnare un anello ferroviario attorno a Cortina, con tre fermate, a Nord, al Centro e a sud della cittadina, per agevola la prosecuzione per Brunico, destinazione prevista dalla Provincia di Bolzano.

Secondo quanto riportato dal Corriere delle Alpi, Zaia sarebbe orientato verso l’ipotesi Val Ansiei: «Costa di più ma offre ai viaggiatori uno spettacolo mozzafiato, indimenticabile, che diventerà un “must” perché tutti, una volta nella vita, vorranno vedere dal treno la meraviglia delle Tre Cime di Lavaredo. Penso a convogli di ultima generazione, digitali ed ecologici, con grandi vetrate spalancate sul paesaggio».

Marco de’ Francesco

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