Decreto salva risparmio, la Cisl: "Utile anche per BpVi e Veneto Banca"

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Il cosiddetto decreto salva risparmio varato il 22 dicembre 2016 dal governo Gentiloni potrà essere utile in futuro anche per risolvere le crisi di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Lo afferma il segretario generale del sindacato dei bancari First Cisl dopo che il governo ha stanziato 20 miliardi di euro per uno “scudo” a difesa del sistema bancario italiano, che ha come primo effetto il salvataggio con fondi pubblici di banca Mps Monte dei Paschi di Siena. «Ora ci attendiamo che il Monte dei Paschi sia definitivamente condotto fuori dalle secche – dichiara Romani, che giudica positivamente il decreto –, varando un piano industriale coraggioso, che sappia riconoscere ai lavoratori il loro insostituibile valore, dimostrato ancora una volta dallo sforzo straordinario di tutta le rete che, pur in condizioni proibitive, è riuscita a raggiungere, in pochi giorni, attraverso le conversioni dei bond subordinati, il 50% dell’obiettivo di ricapitalizzazione. Un risultato incredibile, purtroppo reso vano dal fallimento di ogni tentativo dell’amministratore delegato di garantire alla banca nuovi investitori per la parte di capitale mancante».

«Col salvataggio in extremis del Monte dei Paschi e il ritorno del capitale pubblico nelle banche italiane, seppur non in chiave di nazionalizzazione, ci auguriamo – aggiunge il segretario della First Cisl – che abbia inizio una nuova stagione di responsabilità e di attenzione della politica verso l’indirizzo, la tutela e la salvaguardia di un sistema bancario nazionale indispensabile allo sviluppo economico e non sostituibile, per gli interessi del Paese, da altre forme di finanza o da soggetti stranieri».

In particolare per Romani «l’intervento del governo, che appare utile alla soluzione di altre situazioni critiche, a partire dalla Popolare di Vicenza e da Veneto Banca, ci rassicura anche per la scelta di proteggere integralmente la clientela retail. Il premier Gentiloni, al quale va riconosciuta fermezza d’intenti e rapidità d’azione, ha fatto tesoro della negativa esperienza del decreto ‘4 banche’, varato dal precedente esecutivo, che aveva evidentemente sottovalutato l’impatto sistemico generato dal coinvolgimento dei piccoli risparmiatori, recando grave pregiudizio alla credibilità dell’intero sistema bancario e investendo la reputazione delle banche coinvolte, fino a lederne in modo determinante la possibilità di ripresa. Ci auguriamo pertanto – conclude il sindacalista – che i fondi ora messi a disposizione possano essere utilizzati per ultimare, senza ulteriore danno sociale e confermando l’impegno al salvataggio dei posti di lavoro allora assunto dal Governo, l’operazione di ripristino e di vendita delle quattro banche in questione».

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