Etichette parlanti, 20 aziende venete aderiscono al progetto pilota

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I capi d’abbigliamento non avranno più segreti. Per i consumatori sono in arrivo le etichette parlanti, un’iniziativa pilota che per ora riguarda i capi d’abbigliamento di un gruppo di imprese industriali e artigiane del Veneto che hanno preso parte alla sperimentazione. I capi saranno in grado di rivelare, tramite etichette parlanti, dove sono nati, chi li ha creati, di cosa sono fatti: 100% made in Italy.

Un progetto all’insegna della tracciabilità – ma non solo – realizzato dall’assessorato allo Sviluppo economico e tutela del consumatore della Regione Veneto in collaborazione con Unioncamere del Veneto e con l’apporto di Unionfiliere con il suo sistema di certificazione TF. Promotori dell’iniziativa le organizzazioni regionali venete di Confartigianato Imprese, Federmoda Cna, Sistema Moda Confindustria Veneto e Confesercenti sezione moda con il sostegno di Adoc, Adiconsum, Federconsumatori, Lega Consumatori e Unione nazionale consumatori del Veneto.

Come funzionano le etichette parlanti

Grazie ad una applicazione software creata ad hoc che sfrutta la tecnologia NFC, basterà avvicinare il telefonino a un paio di jeans, a un vestito, una giacca o un paio di scarpe e i consumatori sapranno dove sono stati prodotti, la stoffa o il pellame utilizzati, dove sono stati colorati e come, quali trattamenti hanno subito, in quale posto sono stati tagliati e cuciti e dove sono stati assemblati. I vantaggi sono numerosi per tutti. Il cliente saprà esattamente cosa acquista mentre il produttore potrà valorizzare la qualità del prodotto e approfittare del contatto con il consumatore finale per attivare una innovativa strategia di marketing ed espandere così il suo mercato.

«Abbiamo il dovere morale di tutelare i nostri consumatori – sottolinea l’assessore regionale alle attività produttive Roberto Marcato – e, grazie alle risorse regionali, all’utilizzo dei fondi statali e al lavoro delle associazioni di categoria e a quelle dei consumatori, stiamo sperimentando forme e modelli innovativi di informazione, che si traducono poi in tutela del consumatore».

Contro il mercato del falso

Come sottolineano Roberto Bottoli, Giuliano Secco e Pier Giorgio Silvestrin, rispettivamente presidenti di Sistema Moda Confindustria Veneto, Federazione Moda Confartigianato Veneto e Federmoda CNA Veneto, le etichette parlanti sono un’arma potente per valorizzare il vero made in Italy e combattere il mercato del falso, che costa 7 miliardi l’anno, distrugge imprese e occupazione e danneggia i consumatori. La tecnologia digitale è il cuore del progetto. Permette infatti di rendere accattivante in processo di conoscenza ma soprattutto le imprese vi possono accedere nel modo più semplice e meno costoso possibile. Chi aderisce non dovrà infatti acquistare nessun software. Anche l’output sarà di diversi formati a partire dal più semplice QR-code sino alla tecnologia un po’ più avanzata dell’nfc che sta però divenendo molto comune soprattutto all’estero.

Il comparto del tessile abbigliamento calzature è il primo settore a sperimentare le etichette parlanti e il progetto pilota coinvolgerà entro la fine dell’anno tra le 15 e le 20 aziende del Veneto. Successivamente l’opportunità potrà essere offerta anche ad altri settori del made in Italy come l’oreficeria, l’occhialeria, il mobile. «Fornire informazioni trasparenti che consentano al cittadino di riconoscere un prodotto e certificarne l’originalità e la provenienza è un elemento fondamentale che da anni rivendichiamo», dichiara il Presidente Federconsumatori Rosario Trefiletti, mentre Luca Giusti, Presidente dell’Associazione Unionfiliere che gestisce la tracciabilità TFashion sottolinea: «Comunicare la storia del prodotto oggi è indispensabile e farlo con gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione può rappresentare un ulteriore elemento utile per rafforzare la competitività delle imprese nei mercati internazionali».

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